In Concorso al 72° Festival del Cinema di Cannes, giovedì 23 maggio uscirà nei nostri cinema Il Traditore di Marco Bellocchio, un film di vendette e tradimenti su Tommaso Buscetta, detto anche il “Boss dei due mondi”. Grande interprete del film è Pierfrancesco Favino, nei panni del primo grande pentito di mafia, l’uomo che per primo consegnò le chiavi per avvicinarsi alla Piovra, cambiando così le sorti dei rapporti tra Stato e criminalità organizzata.
Il film
All’inizio degli anni 80 è guerra tra le vecchie famiglie della mafia, Totò Riina (Nicola Calì) e i Corleonesi. In palio c’è il controllo sul traffico di droga. Alla festa di riconciliazione delle ‘famiglie’ Tommaso Buscetta (Pierfrancesco Favino) sente il pericolo. Decide di emigrare in Brasile per seguire i suoi traffici e allontanarsi dai Corleonesi che si accaniranno su due dei suoi figli e il fratello rimasti in Sicilia, e lui stesso è braccato anche in Brasile. Ma prima della mafia è la polizia brasiliana ad arrestarlo. Ora ci sarà l’estradizione e la morte sicura in Italia. Ma il giudice Giovanni Falcone (Fausto Russo Alesi) gli offre un’alternativa: collaborare con la giustizia. Per il codice d’onore della mafia equivale a tradire. Grazie alle sue rivelazioni viene istruito il Maxi-Processo con 475 imputati.
La Mafia colpita
Le sentenze decimano la mafia, ma Totò Riina è ancora latitante. La risposta è l’attentato a Falcone e alla sua scorta. Buscetta decide di fare nomi eccellenti della politica, è il testimone in numerosi processi e diventa sempre più popolare. Riina viene finalmente arrestato. Il processo contro Giulio Andreotti (Giuseppe di Marca) invece è inficiato da una campagna mediatica contro di lui, fotografato durante una crociera in nave. La sua credibilità ne risente. Buscetta lascia l’Italia. Lo ritroviamo a Miami, malato e sempre in allerta, in attesa della rappresaglia mafiosa. Ma la morte per malattia lo raggiunge prima della vendetta di Cosa Nostra.
Marco Bellocchio racconta…
«Il Traditore è un film ancora diverso da tutti i precedenti, forse assomiglia un po’ a Buongiorno, Notte perché i personaggi si chiamano coi loro veri nomi, ma lo sguardo è più esposto, all’esterno, i protagonisti sono spesso in pubblico, per esempio nel gran teatro del Maxiprocesso di Palermo e in altri teatri di altri processi con un copione diverso, pur essendo i personaggi spesso ripresi a distanza ravvicinata, trascurando però quei tempi psicologici, quelle nevrosi e psicosi “borghesi” che sono state spesso la materia prima di molti film che ho fatto in passato. Il Traditore è anche un film civile (o di denuncia sociale come si diceva una volta) evitando però ogni retorica e ideologia».