Martedì 25 ottobre, alle 18.30, presso la sede della Croce Rossa Italiana-Comitato di Milano (via Marcello Pucci, 7), ci sarà il secondo appuntamento del ciclo di conferenze sul tema della Migrazione dal titolo Viaggio. Dai soccorsi ai Corridoi Umanitari: Analisi delle Migrazioni Forzate. Tra i relatori c’è anche Marta Santamato Cosentino, autrice del documentario Portami Via sui Corridoi Umanitari.
Giovane giornalista che vive tra Beirut e Milano occupandosi prevalentemente di politica e società del Medio Oriente per la stampa nazionale ed estera, Marta Santamato Cosentino ha girato in Italia e in Libano, tra il mese di aprile e luglio 2016, un documentario che è un’intima fotografia della metamorfosi nella vita di una famiglia siriana: dalle torture nelle carceri di Assad fino ad un nuovo inizio nella città di Torino.
Il documentario racconta il sogno di un domani che ha inizio a Tripoli, nel Libano del nord e che diviene realtà su un volo di linea per Roma, con in tasca un visto umanitario rilasciato dal governo italiano. Un’odissea familiare che raccoglie in sé tutti i risvolti personali generati della crisi siriana: le difficoltà della condizione di profugo in Libano, l’inquietudine fra l’attaccamento alle proprie tradizioni e la scommessa di un futuro in Europa.
EXTRA – I Corridoi Umanitari
I Corridoi Umanitari sono un progetto pilota, il primo nel suo genere in Europa, che ha aperto vie di accesso legali e sicure per i richiedenti asilo. Protocollo sottoscritto da istituzioni: Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie e Ministero dell’Interno – Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione, ed espressioni della società civile: Tavola Valdese, Comunità di Sant’Egidio e Federazione Italiana delle Chiese Evangeliche. I Corridoi Umanitari promuovono, senza oneri per lo Stato, una campagna di pressione per l’approvazione a livello nazionale ed europeo, di una legislazione che protegga i diritti e la sicurezza dei richiedenti asilo affinché non si vedano costretti ad affrontare illegalmente il mare o la rotta balcanica.