Disney presenta Tomorrowland – Il Mondo di Domani, una nuova avventura ricca di mistero, da oggi nelle sale italiane in oltre 500 copie. Diretto, prodotto e scritto dal regista vincitore di due premi Oscar Brad Bird e interpretato da George Clooney. Il film è interpretato anche da Hugh Laurie, Raffey Cassidy, Tim McGraw, Kathryn Hahn, Keegan-Michael Key e Thomas Robinson.
La pellicola è basata su una sceneggiatura firmata dallo scrittore e creatore di Lost Damon Lindelof e da Brad Bird, ispirata a una storia di Lindelof, Bird e Jeff Jensen. I tre hanno scritto la storia di Frank (George Clooney), un uomo pessimista e ormai disilluso, e del suo incontro con Casey (Britt Robertson), una vivace adolescente ottimista, intelligente ed estremamente curiosa. Insieme tenteranno di svelare i segreti di un luogo misterioso ed enigmatico, noto come “Tomorrowland”: una pericolosa missione che cambierà per sempre il mondo e le loro stesse vite. Tomorrowland è una delle cinque aree di attrazioni originarie di Disneyland, create da Walt Disney nel 1955. In quel periodo, gli americani avevano fiducia nel futuro. Nel corso degli anni, però, sono diventati più scettici.
Il regista del film, Brad Bird, afferma: “Ogni volta che si ha a che fare con un futuro incerto, ci sono due modi diversi di guardarlo: o lo si immagina vuoto, oppure come un luogo pieno di possibilità. È così che mi piace immaginare il futuro: un mondo pieno di possibilità. È un punto di vista che, negli anni, è stato abbandonato”. Questo cambiamento di prospettiva ha colpito lo sceneggiatore e produttore Damon Lindelof, che ha ideato la trama del film cercando di mostrare il significato originario di Tomorrowland. “Volevo riuscire a esprimere quell’ottimismo che un tempo caratterizzava il mondo”, commenta Lindelof.
La storia di Tomorrowland – Il Mondo di Domani ha avuto inizio con una scatola risalente al 1952, ritrovata per caso negli archivi dei Disney Studios. La misteriosa scatola conteneva moltissimi modelli e cianografie affascinanti, fotografie e lettere relative alla creazione di Tomorrowland e all’Esposizione Mondiale del 1964. Per sviluppare la storia, Lindelof ha iniziato a documentarsi sulla storia della Disney e del suo fondatore, svolgendo delle ricerche sul coinvolgimento della compagnia nell’Esposizione Mondiale del 1964.
“Walt Disney credeva nel futuro, possedeva quella tipica prospettiva modernista sviluppatasi a metà del secolo scorso”, afferma Lindelof. “Era molto ottimista. Era convinto che la tecnologia fosse la chiave per costruire un mondo migliore. Inoltre, credeva che la tecnologia potesse rappresentare una fonte d’intrattenimento. In occasione dell’Esposizione Mondiale del 1964, la Walt Disney Company costruì tre attrazioni, tra cui la memorabile It’s a Small World. Le altre due attrazioni, Carousel of Progress e Great Moments with Mr. Lincoln, oggi appaiono antiquate, ma nel 1964 erano rivoluzionarie: utilizzavano la tecnologia robotica per dare vita a un’esperienza intensa ed emozionante”.
Il successo dell’Esposizione Mondiale permise a Disney di ottenere i fondi necessari per il suo progetto successivo, il Prototipo Sperimentale di Comunità del Futuro (Experimental Prototype Community of Tomorrow), anche detto Epcot. Disney voleva costruire il modello sperimentale di una città all’avanguardia, organizzata e sviluppata in modo innovativo; una vera e propria Città del Domani, dove la tecnologia e la pianificazione urbanista si sarebbero unite per creare l’ambiente ideale in cui vivere.
“Walt Disney era un instancabile innovatore”, dichiara con ammirazione il regista Brad Bird. “Non aveva mai paura di essere la prima persona a fare qualcosa. Fu uno dei primi animatori a utilizzare il sonoro e il colore. Con Fantasia introdusse la stereofonia al cinema con quindici anni di anticipo. Quando decise di costruire Disneyland tutti pensarono che fosse pazzo. Tomorrowland, l’Esposizione Mondiale ed Epcot rappresentano la sua profonda curiosità in merito”.
Tomorrowland incarna lo spirito fiducioso e risoluto appartenente al periodo della corsa allo spazio degli anni Cinquanta e Sessanta, quando “si pensava che il futuro potesse essere costruito un passo alla volta”, afferma il produttore esecutivo Jeff Jensen. “C’era la convinzione di poter migliorare il mondo da un punto di vista tecnologico, sociale e politico. Erano esploratori che non cercavano nuove terre, ma esploravano le potenzialità della razza umana”.
Oggi invece il futuro sembra molto più incerto e indistinto: “siamo cinici riguardo al progresso – continua Jensen – e siamo scettici che le cose possano migliorare. Pensiamo che il futuro non ci riguardi direttamente e non crediamo di poterlo influenzare. Ovviamente, anche in passato c’erano molti problemi: la situazione politica era molto più complessa di quanto crediamo e tante idee appartenenti agli anni Cinquanta e Sessanta apparirebbero retrograde al giorno d’oggi. Ma la domanda è: c’è un modo per recuperare l’ottimismo di quel periodo? E soprattutto, quegli ideali sono ancora attuali?”.
“Abbiamo perso qualcosa”, afferma il regista Brad Bird. “Il pessimismo sembra l’unico modo accettabile di guardare al futuro, e non sono d’accordo. La mia paura è che possa avverarsi. Se tutti si convincono che le cose non miglioreranno, allora state certi che non accadrà. È un punto di vista che genera passività: se le persone pensano che sia tutto inutile, non potranno mai creare un grande futuro”.
“Oggi c’è una sorta d’indifferenza cosmica, che io detesto. Non è per questo motivo che ci troviamo su questo pianeta. Abbiamo il potere di essere responsabili e cambiare il corso del futuro”
Brad Bird