Dopo l’anteprima al Festival del Film di Roma, arriverà domani al cinema Mio Papà, l’ultimo film diretto da Giulio Base ed interpretato da Giorgio Pasotti, Donatella Finocchiaro, Niccolò Calvagna e Fabio Troiano. Nel cast anche Ninetto Davoli.
Lorenzo (Giorgio Pasotti) è un uomo a cui piace la libertà, lavora come subacqueo su una piattaforma poco distante dalla costa adriatica, nella sua professione è uno dei migliori, ma non vuole nessun legame e se scende sulla terraferma è solo per divertirsi. Finché una sera incontra Claudia (Donatella Finocchiaro), bella, diversa dalle altre. Con lei è subito passione, forse amore, però Claudia non è sola: ha un figlio, Matteo (Niccolò Calvagna), sei anni. Lorenzo da principio vede la cosa come un ostacolo, ma dopo qualche scontro nasce tra i due una sorta di complicità, affetto, un vero rapporto tra padre e figlio. Il destino porterà gli eventi verso una conclusione inaspettata.
Giorgio Pasotti, che aveva presentato il film al Festival di Roma nella sezione Alice Nella Città, oltre che a recitare, ha scritto la sceneggiatura insieme a Giulio Base. È lo stesso regista a spiegarlo: “ricordo perfettamente la prima volta che abbiamo parlato di questo film con l’amico Giorgio Pasotti: eravamo in treno e non mi raccontava una semplice idea, mi raccontava un pezzo della sua vita. Ne sono stato rapito da subito perché era anche un pezzo della mia vita, che poi è simile a quella di moltissimi altri padri adottivi: l’esperienza di amare figli ‘non propri’”.
Tema portante della pellicola è il rapporto che un adulto instaura con un bambino che non è il suo. L’instaurarsi di un rapporto d’affetto e fiducia, non è facile, come spiega Base: “spesso mi ritrovo a pensare che con la mia figlia non di sangue il cimentarsi dell’affetto paterno sia ancora più forte, proprio perché non è dovuto, non è imprescindibile, non è immediatamente naturale. Ci si studia, e poi -solo poi- si sceglie di amarsi”.
“Un film sta soprattutto in un’idea di mondo che propone e sebbene non sia certamente io il prototipo del regista ribelle, nell’idea di mondo che questo film suggerisce c’è un tipo di amore paterno che – al momento – è fuorilegge”
Giulio Base