Martedì 23 novembre, in concorso al 65.simo Festival dei Popoli, alle 19.30 ci sarà l’anteprima italiana di Quando Tu Sei Vicino A Me, il nuovo film della regista marchigiana Laura Viezzoli che nel titolo rievoca il verso di una celebre canzone di Gino Paoli. A cantarla, spesso e a squarciagola, è Milena, uno degli ospiti della Lega del Filo d’Oro, punto di riferimento in Italia per la riabilitazione e la valorizzazione di persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali.
Già recentemente premiato alla sua anteprima mondiale al Ji.hlava International Documentary Film Festival (26-31 ottobre), Quando Tu Sei Vicino A Me si inoltra fra le colline marchigiane per trovare una comunità dove il linguaggio verbale è solo uno dei tanti per esprimersi. Durante l’arco di quattro stagioni, sette ospiti del Centro della Lega del Filo d’Oro di Osimo, in provincia di Ancona, accompagnano la regista alla scoperta del loro mondo, un microcosmo con una straordinaria concentrazione di linguaggi diversi in cui si usa prevalentemente il tatto e, alla distanza di una mano, ci si scambia informazioni, si bisticcia, si impara e si scherza. E dove regna, a dispetto dei limiti fisici, una intensa vita affettiva e comunicativa.
Con questo ultimo film Laura Viezzoli porta avanti il suo viaggio ai confini della comunicazione umana iniziato con La Natura delle Cose, pluripremiato documentario presentato al Festival di Locarno nel 2016, in cui, nel dialogo fra la regista e il protagonista Angelo, teologo malato di Sla, emerge come all’impedimento del corpo corrisponda una vivacissima mobilità e ricchezza interiore.“«È impossibile non comunicare. In qualsiasi tipo di interazione tra persone, anche il semplice guardarsi negli occhi, si sta sempre comunicando qualche cosa all’altro» afferma il filosofo e psicologo Paul Watzlawick ed è da qui che parte la mia riflessione – racconta la regista – se non poter vedere, parlare e sentire sono le premesse per un isolamento assoluto, cosa succede a chi non ha questi strumenti? Cosa significa per loro che io giri un film?”. La Viezzoli lascia aperti gli interrogativi ma ci riporta all’essenza del concetto espresso da Watzlawick: la comunicazione esiste se c’è presenza e interazione con l’Altro.