Dopo essere stato applaudito (Fuori Concorso) al Festival di Cannes 2021 e dopo aver aperto, lo scorso 21 gennaio, il 33° Trieste Film Festival, giovedì 27 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, arriva nei nostri cinema Quel Giorno Tu Sarai, il nuovo film scritto da Kata Wéber e diretto da Kornél Mundruczó che – dopo lo straordinario successo di Pieces of a Woman, premiato a Venezia e candidato all’Oscar – si ritrovano per raccontare una vicenda di straordinaria intensità, sempre con Martin Scorsese nella veste di produttore esecutivo.
Il film
Il film ha come protagonista una famiglia che attraverso tre generazioni si confronta con l’eredità della Shoah, dalla nascita miracolosa di Éva in un campo di concentramento fino alla vita quotidiana del nipote Jonas e di sua madre nella Berlino di oggi. Ispirandosi a eventi realmente accaduti, Mundruczó e Wéber realizzano una riflessione potente sulla memoria e l’identità, anche grazie a un cast formidabile – composto da Lili Monori, Annamária Láng, Goya Rego, Padmé Hamdemir e Jule Böwe – e a una messinscena che lascia a bocca aperta per i suoi incredibili piani sequenza. “Ogni nuovo film di Mundruczó e Wéber – ha dichiarato Martin Scorsese – arriva come un salutare shock per gli spettatori e per chi fa cinema: si tratta di due autori che non smettono mai di avventurarsi in territori inesplorati. Con questo film riescono a drammatizzare il movimento stesso del tempo, il modo in cui ricordiamo e il modo in cui dimentichiamo”.
Kornél Mundruczó racconta…
“Kata e io discutiamo spesso di identità e di come sia un concetto molto flessibile e manipolabile. Di come alcuni eventi, sia terribili che gioiosi, possano attraversare le generazioni e definire la vita di coloro che in realtà non ne hanno avuto esperienza diretta. Questo film include molti elementi legati a fatti realmente accaduti che hanno profondamente influenzato le nostre vite, soprattutto per quanto riguarda la famiglia di Kata. Abbiamo usato diversi strumenti espressivi per amplificare questi sentimenti e questi ricordi in modi nuovi e speriamo che chi debba confrontarsi con il peso e l’incertezza delle proprie storie possa riconoscersi nel nostro film. Riguardo al primo episodio, che ha un carattere quasi surreale, abbiamo preso spunto da un romanzo di Imre Kertész in cui si racconta di come la Croce Rossa Polacca si occupasse di pulire i campi dopo la liberazione da parte dell’esercito russo e del fatto che durante il loro lavoro venissero trovati molti bambini. Ci sembrava un perfetto punto di partenza: volevamo filmare questo miracolo, il ritrovamento di una piccola sopravvissuta, che diventasse il cuore del film. Un tema che ci interessava esplorare in profondità dopo Pieces of a Woman era il modo in cui questo tipo di eventi traumatici persista attraverso le generazioni“.
Kata Wéber racconta…
“Molti degli eventi del film sono ispirati alla storia di mia madre e della mia famiglia, compreso l’episodio di Berlino, che rielabora le nostre esperienze e quelle di alcuni amici una volta trasferiti nella capitale tedesca. Il fatto che mia madre abbia davvero cinque certificati di nascita e siano tutti falsi mi ha sempre causato molti interrogativi e il nostro trasloco in Germania ha comportato domande ulteriori, trattandosi di temi considerati ancora delicati nella società tedesca. Era anche importante per me ricordare che c’è una generazione che stiamo perdendo, una generazione che è stata testimone di quegli eventi. È la nostra ultima occasione per parlare con queste persone del loro passato“.