Presentato in anteprima al Bif&st, giovedì 18 novembre nelle nostre sale arriverà Querido Fidel, l’opera prima di Viviana Calò con Gianfelice Imparato che guida un cast composto da: Ninni Bruschetta, Marco Mario De Notaris, Antonella Stefanucci, Valentina Acca, Marcella Spina, Agamenòn Quintero e da Alessandra Borgia.
Il film
Emidio (Gianfelice Imparato), un socialista tanto appassionato da aver trasformato casa sua in una roccaforte del Socialismo Reale, scrive a Fidel Castro regolari rapporti sul suo esperimento e riceve sempre una puntuale risposta. In famiglia la moglie Elena (Alessandra Borgia) e la nipotina Celia (Marcella Spina) appoggiano con amore la sua battaglia. Ma il figlio Ernesto (Marco Mario De Notaris) è la dolorosa spina nel fianco: è un devoto del sogno americano. Sono gli albori di una nuova era e mentre il mondo festeggia la fine della Guerra Fredda, nella famiglia Tagliavini imperversa la battaglia.
Viviana Calò racconta…
“L’idea centrale del film è molto semplice: che succederebbe se un uomo decidesse di vivere il proprio quotidiano secondo i suoi ideali, fino in fondo, abbandonando le comodità del pensiero astratto? Questo è Emidio, il Comandante, il sognatore, il picchiatello, che vive l’eterno conflitto tra la propria ideologia e la realtà con cui è costretto a confrontarsi tutti i giorni. Questo contrasto si amplifica maggiormente nelle differenze tra generazioni: quella di Emidio, cresciuta a “pane e rivoluzione” e quella di Ernesto, suo figlio, mal cresciuta nel mito del consumo e nell’arroganza del capitalismo. La società non riconosce né comprende più il sogno o l’ideale come parte del pensiero umano. Lo consente fino a quando resta nei limiti dell’irraggiungibile, lo circoscrive in uno schema semplice e chiaro definendolo utopia, in qualche caso addirittura pazzia, e così lo esclude, lo emargina“.
“In questo modo ogni pensiero critico è destinato ad incontrare una terra sterile intorno a sé, e così o si arrocca ostinato nella propria incomunicabilità o più semplicemente si spegne. Emidio tiene viva la sua fiamma fino al parossismo. Il gap ideologico e generazionale è portato all’estremo, ad un livello quasi surreale, dove il grottesco, l’ironia, l’amarezza e la tenerezza s’intrecciano e compiono l’antico rito della commedia. Al centro del conflitto un’altra grande protagonista: Napoli. Una città atipica che, nonostante anch’essa sia soggetta alle sue regole, vive ai margini della società contemporanea, custodendo all’ombra dei suoi vicoli una sorta di bolla di autonomia e creatività che lascia spazio e tempo per le differenze, le stranezze e le storture. Una città per i sognatori. Una città per i rivoluzionari“.