Valeria Golino e Filippo Timi sono tra gli interpreti di Controfigura, il lungometraggio ideato e diretto da Rä di Martino che verrà presentato oggi alla 74. Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Cinema Nel Giardino.
Il lungometraggio mette in scena la storia di una piccola troupe cinematografica che si aggira per Marrakech e i deserti che la circondano. Sono infatti in corso i sopralluoghi per il remake di un film americano, The Swimmer, lungometraggio del 1968 con Burt Lancaster tratto dall’omonimo racconto di John Cheever, in cui un uomo torna a casa a nuoto, attraversando tutte le ville della contea, piscina dopo piscina.
Corrado (Corrado Sassi) è la controfigura, usata per testare inquadrature, location e piscine dove si muoverà l’attore principale. Ma con l’andare avanti delle prove cresce in lui una sbilenca ambizione: forse quel ruolo potrebbe essere suo? Mentre assistiamo ai suoi tentativi di entrare nella parte, irrompono sulla scena i veri attori, le star, e una grande troupe si muove nel dietro le quinte, in un set in cui sembra che nessuno sappia esattamente cosa fare. Un film in crisi di identità, alla surreale ricerca di se stesso.
L’artista Rä di Martino, viaggiando in Marocco e parlando con i tanti europei che si sono trasferiti a vivere lì, è rimasta molto colpita dalla quantità di hotel, piscine e immensi campi da golf che sono stati costruiti negli ultimi anni, in particolare a Marrakech. “La città deve rispondere a un numero sempre crescente di turisti di tutti i tipi, cercando di fare tutti felici – racconta – dai ricchi russi, arabi o europei che si costruiscono dei paradisi privati ben murati e separati dal resto dalla città, agli ex-hippie e al turismo di massa”. Nuove presenze che hanno trasformato profondamente il paesaggio, con centinaia di piscine sparse all’interno della città: “è qui che ho immaginato il mio nuotatore, una controfigura in piena crisi di mezza età, e al tempo stesso la crisi dei suoi alter ego, dei veri attori e del sistema che rappresentano”.
Fuori Concorso verrà invece presentato Il Signor Rotpeter, il docufilm di Antonietta De Lillo, un ritratto immaginario dedicato al personaggio creato dalla penna di Franz Kafka, scimmia diventata uomo, interpretata da una sorprendente Marina Confalone. Antonietta De Lillo crea un personaggio cinematografico che ha in sé istanze senza tempo quali libertà e sopravvivenza, portando lo spettatore a rispecchiarsi in questo strano individuo. Collocato in una Napoli contemporanea, la regista immagina una lunga intervista al suo personaggio kafkiano: “Rotpeter è un essere vivente che, parlando di se stesso, parla della nostra condizione umana. Come lui che, per adattarsi a un mondo che l’aveva segregato, è stato costretto a osservarlo e imitarlo, anche noi spesso siamo costretti ad adattarci a una società che sempre più è dettata da poteri economici e che ci costringe ad assorbirla, a discapito della nostra umanità e libertà”.
“Il nostro Rotpeter – continua la De Lillo – si è trovato a dover combattere per la propria sopravvivenza ma, alla fine di questa conversazione immaginaria, sente il bisogno di non lottare solo per se stesso ma anche per gli altri. Anch’io, come Rotpeter, credo che se vogliamo uscire da una condizione che ci snatura e che ci costringe a diventare altro da noi, dovremmo seguire il suo desiderio”.