Mercoledì 28 settembre alle ore 11 nell’Aula Magna dell’Università di Parma, il regista Peter Greenaway riceverà il titolo di Professore ad Honorem in Arti Visive. Al grande artista gallese sarà conferito il titolo, in una cerimonia cui parteciperanno numerose autorità della cultura, della politica e dello spettacolo. Questo riconoscimento è un ulteriore tributo ad un artista straordinaria, capace di lasciare il segno in diversi ambiti.
Personalità poliedrica capace di muoversi con grande dimestichezza fra cinema e pittura, scrittura e teatro, Peter Greenaway ha fin dall’inizio, e con diverse declinazioni, lavorato sulla visione, in una carriera artistica a tutto tondo segnata dalla tensione sperimentale e nella quale la storia dell’arte è sempre stata riferimento costante e fecondo, anche per “contaminazioni” e creazioni contemporanee.
Nato in Galles e formatosi a Londra, Greenaway, dopo essersi formato come pittore per quattro anni, ha iniziato a fare film mezzo secolo fa, nel 1966. Ha continuato a fare cinema in una grande varietà di forme, testimoniante anche nelle installazioni a Palazzo Fortuny a Venezia, alla Joan Miro Gallery a Barcellona, al Museo Boijmans Van Beuningen a Rotterdam, al Louvre di Parigi, al Rijksmuseum di Amsterdam, alla Hofburg di Vienna, alla Pinacoteca di Brera a Milano e all’Armory di New York. Ha fatto il giro del mondo con il suo Tulse Luper Suitcases VJ Showe ha all’attivo numerose partecipazioni ai Festival cinematografici di Cannes, Venezia e Berlino. Ha pubblicato romanzi, sceneggiature e cataloghi, scritti per il teatro e l’opera, ha firmato numerose mostre di pittura e installazioni in tutto il mondo.
In ambito cinematografico ha raggiunto la fama internazionale nel 1982 con I Misteri del Giardino di Compton House (The Draughtsman’s Contract), con il quale è stato acclamato dalla critica e che lo ha consacrato a livello internazionale come uno dei cineasti più originali e importanti del nostro tempo. Una fama consolidata in seguito da film come Il Cuoco, il Ladro, Sua Moglie e l’Amante (The Cook, The Thief, His Wife & Her Lover, 1989), I Racconti del Cuscino (The Pillow Book, 1996)e più recentemente Nightwatching (2007), Goltzius and the Pelican Company (2012) e Eisenstein in Messico (2014).
«Penso che nessun giovane cineasta agli inizi dovrebbe avere il permesso di usare una macchina da presa o una videocamera senza avere prima frequentato tre anni di una scuola d’arte».
Peter Greenaway