Ricardo Darín e Chino Darín sono i protagonisti di Criminali Come Noi, la pellicola – al cinema dal 20 febbraio – diretta da Sebastián Borensztein ambientata nel 2001 in Argentina, all’indomani del dissesto finanziario che ha rovinato milioni di persone.
Il film
Argentina, dicembre 2001. Un gruppo di amici e di vicini di casa mettono insieme tutti i loro risparmi per riattivare una cooperativa agricola e rilanciare l’economia della loro cittadina. Il giorno dopo aver depositato ciascuno il proprio denaro in banca, il sistema bancario e l’economia dell’Argentina collassano e loro perdono tutto quello che avevano. Ma nel giro di breve tempo scoprono di non essere soltanto le vittime del dissolvimento della struttura finanziaria del loro paese, ma di essere anche stati il bersaglio della truffa orchestrata da un avvocato e un direttore di banca senza scrupoli che li hanno raggirati per approfittare della situazione. Virando verso l’heist movie, il film racconta le peripezie di donne e uomini comuni di una città di provincia che uniscono le proprie forze e mettono in atto un piano per reimpossessarsi di quello che spetta loro di diritto.
Sebastián Borensztein racconta…
“Siamo nell’anno 2001 e l’Argentina ha subito un dissesto economico e finanziario che ha mandato in bancarotta milioni di persone gettandole nella disperazione. È in questo contesto che un gruppo di individui provenienti da contesti socioeconomici tra i più disparati decide di fare squadra per sfidare l’establishment, rappresentato in questo caso dall’avvocato Manzi e dal direttore di banca Alvarado. Il loro obiettivo è riprendersi il sogno di cui sono stati brutalmente privati portando a termine con successo un piano che non sono neanche lontanamente qualificati per mettere in atto. È una fantasia, un’ideale a cui aspirare, ma è anche un’impresa altamente improbabile e come tale esercita una singolare forza magnetica. Il viaggio che deve intraprendere questo gruppo di comuni mortali per fronteggiare il sistema è il fulcro della narrazione”.
“In certi momenti della storia e in alcuni tratti dei personaggi, ci sono passaggi che possono essere associati al neorealismo italiano e rendono facile l’empatia per l’intera vicenda narrata. Sono anche tentato di dire che il film si iscrive nel genere commedia, ma quando sono sul punto di farlo immancabilmente penso ai tasselli oscuri e drammatici che costituiscono la struttura di alcuni momenti della trama. In quei passaggi, ho cercato di stabilire una connessione profonda con le emozioni, evitando ogni tentazione melodrammatica”.