Oggi, esattamente ottant’anni fa, nasceva Virna Lisi, una delle più grandi e raffinate attrici della storia del cinema italiano. Nella sua carriera cinematografica ha vinto sei Nastri d’Argento (record condiviso con Margherita Buy), due David di Donatello ed un Prix d’interprétation féminine a Cannes. Ma oltre a questi prestigiosi riconoscimenti, la sua bellezza, bravura, professionalità ed eleganza resteranno per sempre impresse in noi.
Nata ad Ancona, dopo un breve periodo trascorso a Jesi, la giovane Virna si trasferì poi a Roma con tutta la famiglia Pieralisi (questo il suo vero cognome). Un trasloco obbligato dal lavoro di suo padre Ubaldo, un commerciante di piastrelle (fu lui a scegliere, quasi d’impulso, il nome Virna). Giacomo Rondinella, un attore-cantante amico di famiglia, lo scoprì e la fece conoscere al produttore di cinema Antonio Ferrigno: a soli quattordici anni, Virna firma il suo primo contratto, con il cognome “ridotto” a Lisi. Sarà questo il suo nome d’arte.
Nonostante la riluttanza del padre, la giovane Lisi iniziò a muovere i primi passi nel cinema nella prima metà degli anni Cinquanta, soprattutto in film di genere ‘strappalacrime’, diretti da registi come Carlo Borghesio, Giorgio Pastina e Luigi Capuano. Successivamente venne scritturata in commedie di successo come Le diciottenni di Mario Mattoli, e Lo scapolo di Antonio Pietrangeli del 1955 con Alberto Sordi. Anche in film drammatici riuscì ad essere incisiva, come La donna del giorno, di Francesco Maselli.
La sua popolarità aumentò però anche grazie ad una pubblicità: il dentifricio Chlorodont la scelse infatti per interpretare i propri sketch all’interno di Carosello (lo slogan era “con quella bocca può dire ciò che vuole”). Nel 1957 esordì anche in tv, nello sceneggiato della RAI Orgoglio e Pregiudizio, diretto da Daniele D’Anza. Un anno dopo, al cinema, recitò invece al fianco di Totò e Peppino De Filippo nella commedia Totò, Peppino e le fanatiche.
Dopo aver recitato in Ottocento (per la RAI, 1959, con al regia di Majano), nel 1960 sposò l’architetto romano Franco Pesci (allora presidente della Roma) da cui ha ebbe un figlio, Corrado, nel 1962. Il matrimonio con Pesci è durato 53 anni, fino alla morte del marito avvenuta nel settembre 2013: un vuoto che ha lasciato un dolore insopportabile per Virna Lisi.
A seguito del matrimonio, la Lisi annunciò il suo ritiro dalle scene per dedicarsi alla famiglia, ma dopo un anno, spinta anche dal marito, tornò in attività, ricominciando dalla televisione (Il caso Maurizius, Cenerentola, Una tragedia americana), per poi riabbracciare il cinema in diverse commedie all’italiana di successo (come Sua Eccellenza, con Totò, Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello). Anche in teatro lasciò il segno, diretta da grandi nomi come Giorgio Strehler e Luigi Squarzina.
Una donna incantevole che, iniziò a recitare anche oltre confine, in Francia. Dopo le interpretazioni in Eva di Joseph Losey (con Jeanne Moreau), Il delitto Duprè e Il tulipano nero (diretti da Christian-Jaque), prese parte anche ad un film della saga dell’agente segreto Francis Coplan (versione francese di James Bond) in Agente Coplan: missione spionaggio di Maurice Labro. Nello stesso periodo arrivò a rifiutare (pentendosene negli anni successivi) proprio la parte della bond-girl nel film Agente 007, dalla Russia con amore (1963) al fianco di Sean Connery.
Ma ormai una cosa era chiara: anche Hollywood se ne innamorò. Dopo la sua magistrale e indimenticabile interpretazione in Signore & Signori di Pietro Germi (Palma d’Oro a Cannes 1966), negli USA cominciarono a pensare a lei come erede di Marilyn Monroe. La Lisi firmò un prestigioso contratto in esclusiva di sette anni con la Paramount e si trasferì con il marito ed il figlio a Los Angeles.
Esordì ad Hollywood nel 1965 con la commedia di grande successo Come uccidere vostra moglie, con Jack Lemmon e Terry-Thomas e diretta da Richard Quine (memorabile la scena in cui la Lisi usciva dalla torta di compleanno di Lemmon con indosso solo un bikini).
Sembrava l’inizio di una sfolgorante carriera negli Stati Uniti per l’attrice marchigiana (anche Frank Sinatra perse la testa per lei), ma lo star system hollywoodiano le impose regole troppo restrittive, relegandola al ruolo della bambola sexy, bionda e svampita, in cui la Lisi non si sentiva affatto realizzata e valorizzata.
Quando nel 1968 le fu assegnato il ruolo di protagonista in Barbarella di Roger Vadim, Virna rifiutò d’interpretarlo e se ne tornò in Italia, rescindendo il contratto con la Paramount. Nello stesso periodo rifiutò anche di apparire senza veli sulla copertina di Playboy.
Con gli anni Settanta Virna Lisi tornò a girare in Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e altre produzioni americane girate in Europa. Dopo essersi parzialmente ritirata per star più vicina al figlio Corrado, tornò ad intrepretare ruoli maturi ed impegnativi, come in Al di là del bene e del male di Liliana Cavani (premiata con il Nastro d’argento come miglior attrice non protagonista), e La Cicala di Alberto Lattuada (David di Donatello come migliore attrice protagonista).
Gli anni successivi videro la Lisi nel cast di vari film: nel 1982 tornò a girare ad Hollywood nella commedia La donna giusta di Paul Williams; nel 1983 fu tra i protagonisti del film Sapore di mare di Carlo Vanzina, che le fece vincere il David di Donatello ed il Nastro d’argento come miglior attrice non protagonista. Nel 1987 partecipò al suo ultimo film americano, I love N.Y. diretto da Alan Smithee.
Da lì in avanti, Virna Lisi si dedicò sempre di più agli sceneggiati ed alle fiction: dopo aver lavorato negli anni ’80 con Dino Risi, Alberto Lattuada, Luigi Perelli, Luigi Magni e Giorgio Capitani, negli anni ’90 prosegue la carriera televisiva, diretta da Kevin Connor e Fabrizio Costa. Nel 1994 la Lisi interpretò Caterina de’ Medici nel film francese La Regina Margot di Patrice Chéreau, che le fece vincere Prix d’interprétation féminine, il Premio César ed un Nastro d’argento (sempre come migliore attrice non protagonista).
Al cinema lavorò ancora un paio di volte diretta da Cristina Comencini (nel 1996, in Va dove ti porta il cuore in cui vinse – da protagonista – un Nastro d’argento e nel 2002 in Il più bel giorno della mia vita, premiata con un altro Nastro). Recitò poi ancora in tv (RAI e Mediaset) fino a qualche mese fa in decine di sceneggiati, fiction e miniserie di successo. Nel 2009 l’attrice ricevette il premio alla carriera ai David di Donatello. Nell’aprile 2014 Virna Lisi tornò, dopo dodici anni di assenza, su un set cinematografico, recitando ancora per Cristina Comencini nella commedia Latin Lover. Altre fiction erano pronte ad essere girate con la sua partecipazione.
Con commozione ricordiamo oggi una Donna eccezionale, anti-Diva, Moglie e Madre con la maiuscola. Artista libera, senza mai scendere a compromessi, che ha scelto di seguire sempre il suo animo anziché rincorrere con bramosia una fama che poteva essere ancor più grande. Dandoci tutta se stessa, con un’eleganza che nessuna ha mai avuto prima.
“Noto che molte giovani attrici d’oggi si sentono tutte dive. A loro basta fare un reality per ritenersi arrivate. Io parto da altri principi: ho un rispetto enorme per il pubblico. Ancora oggi studio il mio personaggio fino allo spasimo, e gli do tutto di me. Non imbroglio, non tiro a campare, non do fregature. E credo che questo il pubblico lo senta”
Virna Lisi