Arriva stasera al cinema, distribuito da Academy2, Rompicapo a New York di Cédric Klapisch, terzo capitolo della saga cominciata nel 2002 con L’Appartamento Spagnolo e poi proseguita, nel 2005, con Bambole Russe. Al centro della trama ci sarà il quarantenne Xavier (Romain Duris), insieme a Wendy (Kelly Reilly), Isabelle (Cécile de France) e Martine (Audrey Tautou).
Xavier non si è ancora “sistemato” ma qualcosa ha fatto e quel qualcosa ha complicato fortemente la sua vita. I suoi due figli e la sua passione per il mondo lo hanno portato a New York. Sta ancora cercando la propria collocazione come uomo, come figlio e come padre, in mezzo al caos coloratissimo di Chinatown. Separazioni, genitori gay, famiglie in affido, immigrazione, lavoro nero, globalizzazione: la vita americana di Xavier è un rompicapo, in una New York contemporanea nevrotica e disordinata, proprio come il racconto che sta scrivendo.
“Dodici anni fa non pensavo ci sarebbe stato un seguito del film – ha affermato il regista Klapisch – poi ho seguito i personaggi e in questi tre film ho raccontato parallelamente la loro intimità e la loro generazione, quella cresciuta con la mondializzazione, legata ad Internet, ai voli low cost, che ha fatto della mobilità l’elemento principale della propria vita“. Riguardo alle possibilità di un quarto capitolo ha spiegato: “Non so se ci sarà un seguito del film, vedremo tra dieci anni cosa sarà successo a questa generazione di europei. Se ci sarà qualcosa di interessante da raccontare, perché no?”.
Gli studenti Erasmus del primo film, si trovano così nella città più cosmopolita del mondo: “tredici anni fa, quando ho girato L’Appartamento Spagnolo, l’Europa era una speranza, oggi è vissuta con dubbio, ci sono persone che pensano che la soluzione sia ripiegarsi su se stessi” ha detto il regista, che ha spiegato: “In Francia siamo ancora sotto shock per i risultati delle elezioni: sembra che in Europa la mondializzazione faccia paura, soprattutto tra le persone meno colte, New York invece è proprio il simbolo di questa globalizzazione, ci sono tutte le nazionalità“.
“Non uso la mia vita per recitare una parte. Non ci penso neanche”
Audrey Tautou