Oggi ricorre il 70° anniversario di un monumentale cineasta: Ernst Lubitsch. Lo ricordiamo con Rosita (1923, 97’) – famoso per essere l’unica collaborazione tra due giganti del cinema muto, il regista e la diva Mary Pickford. Il film è stato scelto per la serata di Pre-apertura dell’ultima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove è stato proiettato in una nuova copia digitale restaurata in 4K a cura del Museum of Modern Art (MoMA) di New York, con il supporto di The Film Foundation.
In seguito ai successi dei suoi kolossal storici tedeschi (Madame Dubarry, Anna Bolena), Ernst Lubitsch venne invitato a Hollywood da Mary Pickford perché la dirigesse in quello che sarebbe diventato il suo primo ruolo adulto, una cantante di strada di Siviglia che attrae il lusinghiero ma sconveniente interesse del re di Spagna (Holbrook Blinn). Il risultato è la miscela assolutamente incantevole fra i film che Lubitsch aveva fatto in Germania e il suo interesse emergente per la commedia romantica agrodolce. Alla sua prima uscita il film fu, sotto tutti gli aspetti, un grande successo critico e commerciale. Ma negli anni successivi la Pickford lo ostacolò per ragioni che ancora rimangono misteriose, e permise che il film venisse distrutto (fece comunque preservare il quarto rullo, per ragioni non meno misteriose).
Rosita scomparve dalla circolazione finché negli anni ’60 una copia in nitrato fu scoperta negli archivi russi e rimpatriata per opera del Museum of Modern Art. Un negativo di sicurezza fu realizzato dalla copia in nitrato, ma nessun lavoro ulteriore venne fatto, a causa dei costi e della difficoltà di ricreare le didascalie inglesi. Fortunatamente una copia di tutto lo script, che includeva tutte le didascalie, era sopravvissuta nella collezione dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences. Usando come modello i titoli del quarto rullo preservato dalla Pickford, vennero realizzati nuove didascalie che ricalcavano gli originali.
Lavorando con questi nuovi materiali, il MoMA ha ricreato questa pellicola leggendaria, ma severamente danneggiata, nella forma più vicina possibile alla prima edizione. La musicologa Gillian Anderson ha ricostruito la partitura originale del film operando sugli spartiti recuperati alla Biblioteca del Congresso di Washington.