Domani, mercoledì 17 dicembre, laeffe (canale 50 DTT) presenta in anteprima assoluta La Particella di Dio di Mark Levinson, il documentario che racconta in presa diretta la scoperta del “bosone di Higgs”, la scoperta scientifica più clamorosa del ventunesimo secolo. Presentato al Festival della Scienza 2014 (Genova, 24 ottobre 2014), il film-documentario è trasmesso in prima visione tv prima di essere proiettato nelle sale cinematografiche d’Italia distribuito da Feltrinelli Real Cinema (dal 22 Gennaio).
La Particella di Dio è la testimonianza umana e artistica di un momento storico per la scienza mondiale: dai laboratori del CERN di Ginevra il lancio del Large Hadron Collider (LHC), lo strumento di sperimentazione più grande del pianeta, una struttura di 5 piani ricoperta di microtecnologia, che ha riunito nel polo di ricerca internazionale 10.000 scienziati provenienti da oltre 100 paesi, a caccia di una sola cosa, ricreare le condizioni che esistevano pochi istanti dopo il Big Bang e trovare il “bosone di Higgs”, il tassello mancante tra le particelle fondamentali del modello standard.
Il film, diretto da Mark Levison, fisico e filmmaker, e modellato in maniera magistrale da Walter Murch (Apocalypse Now, Il paziente inglese), segue sei scienziati nelle fasi finali dell’esperimento LHC, alle prese con il tentativo epocale di creare una collisione tra particelle ad un’energia senza precedenti. Non un reportage, ma un’immersione nello spirito che anima la ricerca nel suo aspetto più profondo e universale, reso attraverso le testimonianze dirette, le emozioni, le aspettative, speranze che viaggiano insieme ai flussi di particelle.
Nel team la fisica italiana Fabiola Gianotti, nuovo direttore generale CERN di Ginevra, tra le cinque persone più importanti del mondo secondo il Time nel 2012 e per Forbes, nel 2013, tra le 100 donne più influenti, consapevole di quanto sia importante la divulgazione culturale e scientifica: “La conoscenza, come l’arte, è un bene che appartiene all’umanità. Uno non fa un quadro per se stesso, o magari lo fa anche per se stesso ma poi vorrà anche esporlo, farlo vedere, un musicista non scrive la musica per sentirla in camera sua, la scrive per poterla condividere e così anche la conoscenza appartiene a tutti. Inoltre, per i progetti scientifici, i laboratori di ricerca sono finanziati con denaro pubblico quindi è corretto e doveroso condividere quello che si fa col pubblico”.
Un documentario che Gianotti sente come una testimonianza vera, umana, della suo impegno: “Si tratta di un documento molto speciale, che descrive un’impresa scientifica senza precedenti attraverso gli occhi e la vita quotidiana, e quindi le gioie, le delusioni e le emozioni, di sette fisici coinvolti direttamente o indirettamente in questo progetto. E’ questa dimensione umana che lo rende così realistico – aggiunge – Ho ricordi molto sfuocati delle riprese, anche perché molte delle scene in cui compaio sono state prese principalmente “in azione”, nella sala di controllo dell’esperimento, durante riunioni o discussioni con i mie colleghi, e in occasione del seminario in cui abbiamo annunciato la scoperta del bosone di Higgs, senza che mi rendessi conto della presenza delle telecamere. Per me personalmente, questo documentario rappresenta un bellissimo ricordo di anni che solo le immagini possono descrivere e di un periodo molto speciale della mia vita”.
“È stato bellissimo vedere come la società e anche i giovani hanno reagito alla scoperta del bosone di Higgs, due anni dopo c’è ancora un grandissimo entusiasmo. La società ha fame di conoscenza”
Fabiola Gianotti