Come una delle sue più celebri canzoni, si intitola Senza Fine il documentario su e con Ornella Vanoni che Elisa Fuksas ha diretto e che giovedì 24 febbraio – dopo la presentazione in anteprima come Evento Speciale alle Giornate degli Autori in occasione della 78. Mostra del Cinema di Venezia – uscirà nei nostri cinema.
Il film
Una località termale fuori dal tempo, un hotel anni Quaranta, un luogo che sposta il presente chissà dove. Non il passato, la vita trascorsa di Ornella Vanoni, ma la rivelazione – attuale – della sua intimità, esibita attraverso una relazione: il rapporto con la regista. L’energia, il carattere, la musica, i confronti, il caldo, la fatica. Tutto viene ripreso senza risparmiare niente, nemmeno le discussioni tra Ornella ed Elisa. Il film asseconda quello che naturalmente Ornella genera e si piega all’imprevisto, al presente. E poi gli incontri con gli amici, i musicisti, Vinicio Capossela, Samuele Bersani, la tromba di Paolo Fresu che risuona negli spazi vuoti del grande albergo dove tra giornate identiche scandite da cure e trattamenti, prende spazio il racconto, la memoria, ma anche il futuro mentre Ornella si prepara a diventare creatura fantastica fatta di voce e sogno, destinata all’eternità.
Elisa Fuksas racconta…
«Io: Che significa fare un film su di te? Lei: Un film sulla mia vita; fino a un certo punto è reale poi è irreale. È come una fiaba, è bello finire la vita in una fiaba. Così nasce questo film che è la ricerca della giusta distanza per raccontare Ornella Vanoni: interprete, attrice, madre, figlia, donna. Fragilità, coraggio. Allegria. Tanta musica. Oggettività e intimità si rincorrono, il film che ho in mente e quello che mi suggerisce, dialogano una lingua a tratti limpida a tratti impossibile, producendo un terzo film che comprende entrambi. La lontananza del mito è interrotta dalla vicinanza del cellulare, le confessioni confondono dentro e fuori, scena e fuoriscena sono la stessa storia. Perché con Ornella non c’è tempo di pensare, si può solo fare. E poi scoprire che fare è un modo di pensare. E di raccontare, anche una fiaba, anche la vita. Una storia – una protagonista – come questa cambia anche chi la racconta. Nella difficoltà e nella grazia, e nella deriva soprattutto, ho subito anche io l’effetto Vanoni, che è una miscela di coraggio e fragilità, di serietà e ironia. Ora vedo che ci siamo più volte scambiate di posto, in qualche modo Ornella mi ha lasciato essere lei, mentre la raccontavo. Un contagio irresistibile».