Dal 13 al 16 settembre arriva un’uscita evento per tutti gli appassionati di cinema, animazione e arte: vi stiamo parlando di Si Alza il Vento, l’ultimo film diretto dal maestro Hayao Miyazaki che lo ha presentato lo scorso anno in concorso alla 70esima Mostra del Cinema di Venezia.
Realizzato dallo Studio Ghibli, questo film segna anche l’addio alle scene cinematografiche di Miyazaki a cui verrà conferito, il prossimo 8 novembre 2014, un Oscar alla carriera. Si Alza il Vento è tratto dal manga omonimo ideato e disegnato dallo stesso Miyazaki e a sua volta ispirato all’omonimo romanzo di Tatsuo Hori. Hori aveva scelto una frase da una poesia di Paul Valéry, Le vent se lève, il faut tenter de vivre, e l’aveva tradotta in giapponese: Kaze tachinu, iza ikimeyamo (Si Alza il Vento. Dobbiamo provare a vivere). Per la prima volta nella storia, lo Studio Ghibli crea un personaggio (Jiro) mettendo insieme Jiro Horikoshi e lo scrittore Tatsuo Hori, due persone reali vissute nello stesso periodo.
La storia comincia nel periodo Taisho della storia giapponese (1912-1926): Jiro, un ragazzo di campagna, sogna di volare e progettare aeroplani ispirandosi al famoso ingegnere aeronautico italiano Gianni Caproni. Miope fin dalla giovane età e pertanto impossibilitato a diventare pilota, nel 1927 entra a lavorare in una delle principali società giapponesi di ingegneria aeronautica. Il suo sogno è quello di costruire un aereo in grado di volteggiare come un vento meraviglioso. Cresciuto, va a studiare a Tokyo e diventa un ingegnere di primo livello dell’enorme industria bellica giapponese. Il suo talento fiorisce, arrivando a creare un aereo meraviglioso che lascerà un segno nella storia dell’aviazione: il Mitsubishi A6M1, più conosciuto come aereo da combattimento Zero. Per tre anni, a partire dal 1940, Zero è stato il miglior aereo caccia del mondo.
Gli anni durante i quali il nostro protagonista Jiro passa dall’infanzia alla giovinezza sono contrassegnati da una sensazione di stasi: il terremoto di Kanto del 1923, la Grande Depressione, la disoccupazione, povertà e tubercolosi, rivoluzioni e fascismo, soppressione della libertà di parola, una guerra dopo l’altra. Intanto, nello stesso periodo, la cultura popolare fiorisce; si affermano modernismo e nichilismo, come pure l’edonismo. I poeti, lungo il loro cammino, restano vittime delle malattie e della morte. Jiro è impegnato a progettare aeroplani mentre l’Impero giapponese si avvia verso la sua distruzione e la sua fine definitiva.
Si Alza il Vento è la storia di un individuo dedito al suo lavoro, che ha perseguito tenacemente il suo sogno. Per Hayao Miyazaki però “i sogni contengono un elemento di follia, e questo aspetto “velenoso” non può essere nascosto. Desiderare ardentemente qualcosa di troppo bello può distruggere. Accostarsi alla bellezza può richiedere un prezzo da pagare. Jiro sarà distrutto e sconfitto, la sua carriera di progettista interrotta, ma resta un uomo di grande originalità con un talento non comune”.
Questo film doveva essere una sorta di biografia del protagonista, dall’infanzia alla mezza età, ma la vita quotidiana di un progettista, per Miyazaki, “rischia di essere abbastanza monotona, per cui si sono resi inevitabili tagli coraggiosi e salti temporali, cercando però di minimizzare al massimo il possibile disorientamento del pubblico”. Tra gli intenti del maestro vi era anche quello di riprodurre “in tutto il suo splendore il meraviglioso paesaggio verdeggiante del Giappone dall’era Taisho all’inizio dell’era Showa. Allora il cielo era ancora limpido e punteggiato in alto da nuvole bianche. L’acqua scorreva trasparente e nelle campagne non c’erano rifiuti. Ma d’altro canto nelle città la povertà era molto diffusa”.
Il film, come ha confermato il regista, è probabilmente il risultato dell’intreccio di tre tipi diversi di immagini: le scene di vita quotidiana – un insieme di sequenze semplici e tranquille; le sequenze oniriche, più libere e sensuali – oscillazioni temporali, terreno ondeggiante e oggetti volanti che fluttuano liberamente; e i sogni – simboleggiano le idee che ossessionano Caproni e Jiro.
Non resta che gustarsi questo ultimo capolavoro, il testamento di un Maestro con l’arte nell’anima.
“Voglio creare qualcosa di realistico, fantastico, a tratti caricaturale, insomma un film meraviglioso”
Hayao Miyazaki