Simone Schettino ha scritto, diretto e interpretato Made in China Napoletano, una commedia che tra una risata e l’altra fa riflettere sul tema della crisi del Made in Italy e della concorrenza cinese.
Sono ormai diversi anni che la concorrenza dei prodotti cinesi al made in Italy è un tema di stretta attualità. Tra importanti industrie italiane che trasferiscono la produzione in Oriente, la contraffazione dei marchi italiani più prestigiosi e l’esplosione di tante attività commerciali cinesi nel cuore delle nostre città, in questa epoca di grave crisi economica stiamo vivendo uno stravolgimento epocale. Da queste considerazioni nasce spontanea una domanda: ma cosa accadrebbe se la Cina si imponesse come unica potenza economica a livello internazionale?
Nel film, il protagonista è Vittorio (Simone Schettino), un negoziante di giocattoli dell’area vesuviana oberato di debiti che soffre ulteriormente la concorrenza spietata del suo dirimpettaio Pask Lee (Yoon Cometti Joyce). Così insieme ad un gruppo di amici decide di progettare un colpo, ma qualcosa va storto e Vittorio finisce in coma. Al suo miracoloso risveglio troverà una realtà completamente diversa, tanto da rimpiangere quella precedente.
Riportiamo di seguito le note di regia di Simone Schettino:
“L’idea del film nasce dalla volontà di raccontare – attraverso un’iperbole surreale – cosa accadrebbe se a causa di una grave crisi economica il mondo fosse assoggettato a una sola potenza economica, soprattutto se di stampo socialista. È chiaro che si tratta di uno scenario inverosimile, ma fino a un certo punto. A causa della delocalizzazione del manufatturiero già da qualche anno stiamo assistendo alla chiusura di molte aziende italiane che per anni sono state leader di qualità e innovazione. La riduzione dei costi di produzione ha spinto molti imprenditori a spostare il “made in Italy” sempre a oriente, dove il costo del lavoro consente maggiore competitività sul mercato”.
“Ma cosa accadrebbe se oltre al manufatturiero, si delocalizzasse anche la produzione agroalimentare? In parte stiamo già vivendo questo problema, ad esempio con la contraffazione dell’olio extravergine d’oliva e altri prodotti alimentari. Purtroppo non sempre siamo certi della qualità e della provenienza dei cibi che arrivano sulla nostra tavola. All’estero (soprattutto negli U.S.A.) quello del cibi falsi “made in Italy” è un problema molto serio che comporta gravi problemi per l’intero comparto agroalimentare. Immaginatevi di trovare anche nei nostri supermercati, gli scaffali pieni di prodotti tipici prodotti da un’altra parte del mondo e che di italiano hanno solo la ricetta e l’etichetta”.
“Ecco, è in questo scenario immaginario surreale ma neanche troppo inverosimile, che si svolgono i fatti raccontati nel film. Un racconto che si muove sempre con i toni della commedia tipica napoletana che ha come punti di riferimento i capolavori di Luciano De Crescenzo con il suo professore Bellavista”.