Cosa c’è di più forte di uno sguardo in macchina? Il Cameralook è l’inquadratura più diretta e intima che mette in contatto l’attore e lo spettatore. Come se fosse un dialogo, come se fosse uno scambio tra l’Arte e Noi. Ed è su questa tecnica di ripresa – a noi cara, visto che il sito la omaggia – che si basa Sinarra.tv, una innovativa piattaforma digitale che diffonde cultura creando momenti di arte e bellezza nella nostra quotidianità. Attraverso la forma-racconto offre un nuovo sguardo su opere letterarie, cinematografiche, teatrali, musicali e artistiche: lo sguardo dell’interprete cerca il nostro, per farci emozionare, per farci riflettere.
Sinarra-tv non è uno dei tanti progetti online nati durante la pandemia, ma nasce nel 2019 come iniziativa a lungo termine, in aggiunta al racconto della vita e delle vicende umane che viene già fatto in teatro e al cinema. Oggi, più che mai, con l’intero settore dello Spettacolo anncora fortemente colpito, questa piattaforma diventa un’occasione di ripartenza, di nuova visibilità di attori e storie: celebra l’importanza del mondo artistico e culturale, dandogli ulteriore voce e occasione di espressione. Ne abbiamo parlato con l’ideatore, Matteo Calandriello.
Come nasce il progetto Sinarra.tv?
E’ un progetto a lungo termine (nato prima del covid e non come reazione a lockdown con teatri e cinema chiusi), ideato nel 2018 e pubblicato ad ottobre 2019. Attraverso il video-racconto offre un nuovo sguardo su libri, film e opere teatrali. Pone una vista poetica sulle opere, togliendo il velo di polvere e noia che, a volte, abbiamo lasciato le ricoprisse. Molti di noi hanno traumatici ricordi scolastici nei confronti della letteratura e spesso facciamo fatica a riprendere in mano certe opere. Eppure è proprio da adulti che quelle storie sono più significative: adesso abbiamo vissuto, ora parlano davvero di noi. Vederle raccontate da attori e attrici aggiunge quella piacevolezza e quel coinvolgimento che rendono letteratura, teatro e cinema una gioia da (ri)scoprire e, magari, da approfondire nelle versioni complete. Ho scelto di coinvolgere i professionisti del racconto per aggiungere la parte di intrattenimento ad un prodotto letterario/culturale che non sempre abbiamo la voglia o la forza di affrontare nelle nostre impegnative giornate. La durata di 10-15 minuti permette una sintesi che non sia banalizzante e offre lo spazio anche ad uno spunto di riflessione proposto da narratori e narratrici.
Quanto secondo te è importante (ri)scoprire e rivivere grandi opere letterarie e cinematografiche che hanno lasciato un segno nella storia?
Il fatto è che molte opere andrebbero scoperte e riscoperte molte volte nell’arco della vita, perché nel frattempo siamo noi a cambiare e, di conseguenza, cambia il nostro sguardo e la nostra comprensione delle vicende raccontate. Come certe canzoni che comprendiamo davvero dopo 20 anni che le cantiamo. Alcuni utenti ci dicono di usare i video per rievocare sensazioni e pensieri di quando hanno letto l’opera la prima volta e di apprezzare il punto di vista personale e soggettivo di chi racconta, come livello aggiuntivo di significati. Sono dinamiche che non puoi innescare con un semplice riassunto scritto o un ripasso su Wikipedia. Il racconto d’attore, grazie a voce, volume, gestualità e pause, suscita e risveglia sensazioni, pensieri e ragionamenti. Sia per opere mai affrontate, che per quelle da apprezzare con una più matura consapevolezza. Se hanno lasciato una traccia nella storia, allora meritano più attenzione e magari una seconda possibilità.
Che tipo di risposta state avendo dal pubblico? Chi è che volete raggiungere?
C’è un grande coinvolgimento da parte delle persone. Alcune sono diventate davvero affezionate e guardano i video ripetutamente, anche mostrandoli in famiglia e agli amici. Quando si scopre una cosa bella la si vuole condividere e far conoscere alle persone care, no? La maggior parte sono persone che già leggono tanto, vanno al cinema e a teatro. Usano la cultura come nutrimento dell’anima ma, proprio per la grande mole di opere viste/lette, amano poterle recuperare ritagliandosi dei momenti durante la giornata, sui mezzi pubblici oppure la sera per chiudere in bellezza facendosi accompagnare dalla voce e dai racconti. Ad oggi abbiamo 10.000 utenti iscritti e sui social raggiungiamo 100-120.000 persone al mese anche grazie al fatto che alcuni nostri post vengono condivisi centinaia di volte. Però molte persone stanno usando Sinarra.tv per “fare pace” con certi traumi scolastici o alimentare in modo piacevole la propria conoscenza culturale.
Secondo te le nuove generazioni – sempre più “digitali” e legate ai social (su tutti Tik Tok) – si stanno allontanando dai libri e dalla cultura? Sinarra.tv sembra proprio il mezzo giusto per incuriosirli e avvicinarli a grandi testi e pellicole… Sei d’accordo?
Sì, il linguaggio visivo attuale è talmente veloce e frammentato che certi “mattoni” letterari e anche molti film precedenti agli anni ’70 risultano quasi “non affrontabili”. Troppo lenti, troppo impegnativi. Troppo distanti da noi, in sostanza, e quindi alla portata solo dei grandi appassionati. Per questo il format prevede video-racconti di 10-15 minuti: non fai in tempo ad annoiarti, ma non sono banalizzanti come certe clip da 60 secondi che trovi online. Parecchi insegnanti usano i video in classe per aprire una lezione o introdurre un argomento. Ci raccontano di ragazzi entusiasti nell’ascoltare il racconto di Amleto o una suggestiva evocazione dei momenti principali di Amarcord. Respirano fascino, magia, bellezza. Sono opere che contengono qualcosa di straordinario e che ha a che fare con loro. Unendo l’antico linguaggio della narrazione orale a quello moderno del video i nostri attori riescono ad aprire una breccia all’interno della quale, chi vuole, può poi cercare le opere originali e ulteriori approfondimenti. Finito il video non hai l’istinto di fare “swipe” per passare freneticamente ad altro, ma c’è un momento di magica sospensione dove la forza del racconto finisce di arrivarti e depositarsi in te. Anche gli adulti sono sempre più digitali e distratti, non solo i ragazzi. Si tratta forse di trovare un linguaggio contemporaneo, che usi le forme di oggi per insinuarsi nella quotidianità e raccontare qualcosa di più articolato.
Hai scelto questo format prima dell’arrivo della pandemia, e questo testimonia quanto le nuove tecnologie rendano fruibili prodotti culturali in modo moderno, immediato e, nel tuo caso, spettacolare, perchè non si tratta solo di letture ma di vere e proprie interpretazioni. Lo sguardo in macchina, che è il simbolo del nostro sito, cambia tutto, perchè la mimica, il volto, ha la stessa potenza delle parole. Concordi? Perchè hai scelto la tecnica di inquadratura del cameralook per Sinarra.tv?
Il progetto è nato per internet, quindi doveva fare i conti con la velocità e la distrazione che tutti noi viviamo online, in particolare con gli smartphone. L’inquadratura stretta, il camera-look, lo sfondo nero e il montaggio serrato sono scelte tecniche basate sul bisogno di mantere alta l’attenzione. Anche il modo di affrontare il racconto è molto cinematografico. Ti faccio l’esempio dell’inizio di un video: “Un uomo cammina spedito per la strada. Sentiamo il suono dei tacchi delle scarpe sui ciottoli di San Pietroburgo …”. Come vedi, un attacco del genere non dedica neanche un secondo a spiegare che Dostoevskij ha scritto Delitto e castigo nel 1866, che è una delle opere più famose e influenti di tutti i tempi insieme a Guerra e pace di Tolstoj, ecc.. . Ti “trasciniamo” dentro la storia, dentro le vicende umane dei personaggi. Stiamo lontani da tutto ciò che è scolastico o enciclopedico. Per fare questo il camera-look è perfetto. Abbiamo attori e attrici che sanno usare gli occhi, la mimica, la gestualità come dei magneti che attraggono attenzione e trasmettono carisma, fascino e intensità.
Sempre più attori e attrici stanno aderendo con entusiasmo e passione al tuo progetto. Secondo te cosa li attira di più? Quanta sete di Arte c’è dopo la grande sofferenza artistica e professionale subita da tutta la categoria dello spettacolo?
Ho registrato una parte dei video dopo il primo lockdown e c’era una grande voglia di parlare, raccontare, fare qualcosa, rimettersi in moto.
Sicuramente un aspetto importante è l’opportunità di esprimersi liberamente. Sono sempre narratori e narratrici a scegliere cosa raccontare e sono liberi di costruire il racconto come preferiscono. E’ ovvio che personaggi come Ottavia Piccolo, Moni Ovadia e Giorgio Comaschi non hanno bisogno di Sinarra.tv, ma raccontano in modo molto personale opere che hanno portato a teatro oppure libri e film che li hanno profondamente segnati Quando Fausto Paravidino racconta l’Otello di Shakespeare, è inevitabile che durante la narrazione faccia emergere la sua competenza di drammaturgo e quindi sveli certi meccanismi della costruzione di un testo teatrale. Spiegando la caduta in disgrazia del protagonista si aggancia anche a Sergio Leone, che diceva “Ci diverte vedere cadere quelli grossi, perché quando cadono fanno tanto rumore“. Le storie raccontate sono infatti delle scuse per parlare di noi, delle cose della vita. Per questo ciascuno usa il racconto per proporre temi a cui tiene: amore, morte, femminismo, accettazione di sé, comprensione, e così via. Se gli attori sono normalmente al servizio della storia e della visione di un regista, qui possono esprimersi liberamente e fare emergere i argomenti che secondo loro meritano di essere sottolineati.
Allo stesso modo anche gli spettatori hanno sofferto durante la chiusura di cinema e teatri. Due luoghi e due linguaggi che nella piattaforma si mescolano in modo originale. Secondo te con quali occhi e con quale cuore si vivono i contenuti di Sinarra.tv? Io trovo che il “faccia a faccia” tra artista e spettatore sia un dialogo “nuovo”, pieno di reciproca forza e fiducia per il domani. Cosa ne pensi?
C’è la voglia di fermarsi e ascoltare una bella storia, significativa. Certo, abbiamo tutti voglia di libertà e divertimento, ma non siamo più disposti a dedicarci a storie mediocri, tanto per passare il tempo. Il rapporto di cui parli è sicuramente importante anche se i nostri attori non parlano mai direttamente con lo spettatore. Evitiamo le frasi “Oggi vi racconto, …”, “Secondo me…”, “Se andate a rivedere questo film…” perché toglierebbero pathos e concentrazione. Cerchiamo di tenerli dentro la vicenda, affascinati e coinvolti. I nostri utenti apprezzano il punto di vista di narratori e narratrici e il fatto di partire da vicende quotidiane e arrivare a temi universali e importanti anche senza grandi discorsi. Spesso la “chiusa” del video, nella quale viene proposta una chiave di lettura dell’opera, si limita ad un paio frasi. Bastano poche parole per dare nuovo senso ai 10 minuti di racconto appena terminato.
Intervista di Giacomo Aricò