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Sogno, amore, perdita in The Habit of Beauty di Mirko Pincelli

Dopo tre documentari, Mirko Pincelli fa il suo esordio alla regia di un lungometraggio con The Habit of Beauty, un film drammatico interpretato da Francesca Neri e Vincenzo Amato che sarà al cinema dal 22 giugno.


The Habit of Beauty è un dramma che si snoda fra i temi del sogno, dell’amore e della perdita. Racconta la storia di Elena (Francesca Neri) ed Ernesto (Vincenzo Amato), una coppia lacerata dalla tragica morte per incidente del figlio Carlo, che ritrova la voglia di vivere quando incontra Ian (Nico Mirallegro), un problematico ragazzo inglese che diventa per loro come un figlio adottivo. Tre anni dopo l’incidente Ernesto, tormentato fotografo, scopre di avere una malattia terminale e cerca di ricongiungersi con la ex moglie Elena, gallerista di successo. Ha solo un desiderio: esporre in un’ultima mostra le sue opere, prima che sia troppo tardi.

All’oscuro del suo stato di salute Elena accetta e incontra così Ian, teppistello di periferia, pupillo di Ernesto e suo improbabile assistente. Col passare del tempo si crea nuovamente un equilibrio familiare ed Ernesto ed Elena capiscono che aiutare Ian ad uscire dalla sua vita difficile è l’unico modo per superare il loro immenso dolore. All’inaugurazione della mostra Ernesto non si presenta e sparisce. Elena intuisce che, per la prima volta dalla morte del figlio, Ernesto è tornato in Italia. Le Alpi italiane diventano l’unico luogo dove sentirsi a casa e il loro ritrovato legame cambia non soltanto le loro vite, ma anche quella di Ian.

Francesca Neri

Francesca Neri

Riportiamo alcune delle note di regia di Mirko Pincelli:

Con Enrico Tessarin volevamo scrivere e produrre un film su problemi che sentivamo sulla nostra pelle e cercarli di raccontare senza compromessi. Abbiamo iniziato a sviluppare lo script sul rapporto di amore-odio che abbiamo con Londra, città piena di follia e contrasti, come un’incarnazione del ‘male di vivere’ del giorno d’oggi. Sono affascinato dal modo in cui la società di oggi ci spinge a conformarci e ci fa scendere a compromessi; ci fa concentrare più su quello che sembriamo e appariamo invece di chi siamo veramente. Questo, per me, è il problema che i protagonisti del film devono affrontare”.

Ernesto, Elena, Stuart, Ian e tutti i personaggi che li circondano, hanno vissuto la loro vita creando un’immagine di successo, una posizione sociale che li definisca come professionisti e come persone. Facendo così hanno però sacrificato tutto il resto: la famiglia, l’amore, le relazioni, l’etica. Neanche la morte del proprio figlio interrompe l’ossessione per la carriera e il successo, fino a quando non è più possibile continuare e tutto si sgretola. Attraverso la dolorosa comprensione della loro fragilità scoprono il legame che li unisce. Sono diversi per vita, background sociale, personalità ma capiscono che le relazioni personali e il calore umano di una famiglia sono ciò che davvero gli manca”.

Nico Mirallegro

Nico Mirallegro

In ultima analisi, anche le persone più diverse hanno qualcosa in comune, qualcosa che li possa collegare, qualcosa che trascende la condizione economica, il colore della pelle o le opinioni politiche. Qualcosa che va dritto all’essenza di ogni essere umano, o, per essere precisi, di ogni essere umano in un particolare momento nel tempo. Alla fine di questo film non ci saranno vincitori e perdenti, ma ci saranno persone che hanno imparato a conoscere l’essenza stessa della propria vita. Ad apprezzare qualcosa troppo spesso dato per scontato: la bellezza della vita dentro e intorno a loro, la bellezza di essere chi sei: diverso, unico, speciale”.

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