Dopo averla vista nella versione diretta da Carlo Verdone lo scorso dicembre, esce oggi al cinema la favola Cenerentola targata dalla Disney con la regia di Kenneth Branagh e interpretata dall’attrice premio Oscar Cate Blanchett, da Lily James, Richard Madden e da Helena Bonham-Carter. La pellicola vede le magnifiche scenografie dirette dal nostro Dante Ferretti, storico collaboratore di Federico Fellini e Franco Zeffirelli. Sontuosi anche gli abiti di Sandy Powell.
Cenerentola racconta le vicende di Ella (Lily James), una giovane ragazza figlia di un mercante. Dopo la morte di sua madre, suo padre si risposa e lei, per dimostrargli il suo affetto, accoglie in casa la matrigna (Cate Blanchett) e le sue figlie, Anastasia (Holliday Grainger) e Genoveffa (Sophie McShera). Ma quando improvvisamente suo padre muore, Ella si ritrova alla mercé di tre donne gelose e malvage. Relegata alla stregua di una serva coperta di cenere e stracci, Ella potrebbe facilmente perdere ogni speranza.
Invece, nonostante le crudeltà di cui è vittima, desidera solo onorare le parole pronunciate da sua madre sul letto di morte, che le raccomandava di “avere coraggio ed essere gentile”. La giovane fanciulla non intende disperarsi né disprezzare chi la maltratta. E poi c’è l’affascinante sconosciuto (Richard Madden) che incontra nel bosco.
Senza sapere che si tratta di un principe, e non di un semplice apprendista del Palazzo Reale, Ella sente di aver incontrato la sua anima gemella. E quando il re (Derek Jacobi) invita tutte le fanciulle del regno a partecipare a un ballo, spera che il suo destino stia finalmente per cambiare e di poter nuovamente incontrare l’affascinante ragazzo. Purtroppo la sua matrigna le proibisce di andare al ballo, strappandole l’abito che avrebbe dovuto indossare.
Nel frattempo, il Granduca (Stellan Skarsgård) progetta un astuto piano per ostacolare il ricongiungimento di Ella e del Principe, con l’aiuto della perfida matrigna. Ma come in tutte le favole che si rispettino, qualcuno accorre in aiuto: una gentile mendicante (Helena Bonham Carter) si fa avanti e, con una zucca e qualche topolino, cambierà per sempre la vita di Cenerentola.
I Walt Disney Studios erano interessati da anni a riportare Cenerentola sul grande schermo, per reintrodurre questa fiaba senza tempo al pubblico del XXI secolo e risvegliare la nostalgia e i ricordi di milioni di persone in tutto il mondo. Il regista Kenneth Branagh non aveva mai pensato di dirigere una fiaba, ma dopo aver letto la sceneggiatura di Chris Weitz si è inaspettatamente ricreduto: “sono stato catturato dalla potenza della storia e mi sono trovato in sintonia con lo stile visivo che gli artisti stavano sviluppando. È il classico racconto in cui il personaggio principale parte per un viaggio con il quale gli spettatori riescono realmente a identificarsi, e in qualità di regista è stato davvero meraviglioso giocare con la struttura e l’ambientazione di questa grande storia”.
Lo stesso Chris Weitz ha sottolineato: “non abbiamo provato a immaginare di nuovo ogni cosa, ma abbiamo deciso di trovare il centro della storia: un mondo di meraviglie nascoste, con la forza creatrice della gentilezza e della fede alla base di tutto”.
La fiaba animata Cenerentola, la magica storia d’amore di una bistrattata eroina i cui sogni divengono realtà, rappresentò una svolta fondamentale nella ricca storia cinematografica della Disney. Con un budget produttivo di quasi 3 milioni di dollari, il film fu un enorme rischio finanziario per lo studio in quel periodo, ma alla sua uscita nelle sale, il 15 febbraio 1950, fu acclamato dalla critica e incassò più di 34 milioni di dollari, confermando la Disney come una delle maggiori compagnie nell’industria cinematografica. Oggi, 65 anni dopo, Cenerentola è infatti incluso nella lista dei 10 migliori film d’animazione di tutti i tempi, redatta dall’American Film Institute, e ha un posto fisso all’interno della cultura popolare americana.
Molte persone hanno scoperto la fiaba proprio grazie al classico d’animazione del 1950, ma le sue origini risalgono al I secolo d.C. con la fiaba egiziana Rodopi, trascritta dallo storico greco Strabone e considerata la prima versione documentata del racconto. Nel 1697, il francese Charles Perrault trascrisse e pubblicò Cendrillon o La Storia della Scarpetta di Cristallo, in cui compaiono per la prima volta la fata madrina, la zucca-carrozza e la scarpetta di cristallo. La versione dei fratelli Grimm, Aschenputtel, fu pubblicata in Germania nel 1812: in essa, il ruolo della fata madrina era affidato a un albero cresciuto sulla tomba della madre di Cenerentola e le atmosfere erano molto più cupe. La versione di Perrault è quella più simile al film d’animazione Disney. Da allora, la storia è stata adattata innumerevoli volte nella letteratura, al cinema, in televisione, a teatro, nella musica e nelle arti figurative.
Kenneth Branagh ha accettato la sfida nel 2013: “Avere la possibilità di dirigere Cenerentola per la Disney nel XXI secolo, significa poter raccontare un mito che ha resistito nel corso dei secoli grazie alla sua profonda connessione con gli esseri umani”. Al centro della storia c’è un aspetto chiamato gentilezza che assume la forma di superpotere. È la gentilezza la caratteristica fondamentale di Cenerentola: una forza interiore, questa certezza, che le permette di sopportare ogni cosa, il freddo, la fame, la solitudine e il silenzio: le sopporta perché è assolutamente certa che quello in cui crede si avvererà. E nonostante sia messa alla prova, e spesso perda la speranza, non si separa dalle sue convinzioni e così è in grado di cambiare non soltanto la sua vita, ma anche quella di chi le sta intorno.
La sceneggiatura include delle scene con Ella da bambina, in compagnia di sua madre e suo padre, le quali ci mostrano la vita pittoresca che condivideva con i suoi genitori in luoghi affascinanti prima della morte della madre. È in queste scene che scopriamo che il valore del coraggio e della gentilezza, che la accompagnerà per tutto il film, le è stato insegnato dai suoi genitori.
Sul personaggio di Ella, Branagh afferma: “possiede un forte senso dell’umorismo ed è molto matura. È convinta che le persone non vogliano realmente essere crudeli o malvagie. Non è una vittima inerme che si autocommisera. Trova divertenti molte cose. Queste caratteristiche non sono debolezze, ma rappresentano la sua forza”. Allo stesso tempo, i realizzatori volevano dare a Cenerentola un’anima gemella, una persona matura con la quale interagire spiritualmente ed emotivamente.
Troppe volte, nelle fiabe, i personaggi maschili sono marginali rispetto a quelli femminili, dunque il Principe è stato reso riflessivo e appassionato, oltre che affascinante e intelligente. Branagh lo definisce così: “Il Principe è un uomo ragionevole e sensibile, ma anche divertente. È un giovane pragmatico e realista in un mondo politico disordinato. Deve mostrarsi all’altezza dei sentimenti profondi e comprensivi di Cenerentola”.
La vicenda si svolge in un tempo e in una società differente, in cui le donne non potevano trovare un lavoro per prendersi cura delle proprie famiglie. Il matrimonio era l’unico mezzo per garantirsi un minimo di sicurezza. In questo contesto, la matrigna è fiera del suo aspetto rispettabile, della sua casa e delle sue figlie beneducate, e dà molta importanza a ciò che il prossimo pensa di lei. È segnata da un dolore profondo che diventa ancor più grande quando si rende conto che il suo nuovo marito considererà per sempre la madre di Ella – e non lei – come l’amore della sua vita, e si intensifica quando anche lui muore. Allo stesso tempo, si rende conto della profonda differenza tra Cenerentola e le sue figlie, e questo la fa infuriare ancora di più.
Ad interpretare la temutissima e incompresa matrigna è stata Cate Blanchett che, decisa a non rendere la matrigna completamente antipatica, si è calata nel ruolo con arguzia ed emotività, offrendo una prova sanguigna arricchita da sfumature che alludono al passato sofferto del personaggio. Inutile dire che il regista Branagh è rimasto soddisfatto dalla sua prestazione: “Cate ha una tale eleganza, è così bella e i suoi occhi nascondono molte cose. La matrigna interpretata da Cate è spaventosa, passionale e pericolosa”.
La Blanchett sapeva che sarebbe stato divertente incarnare un personaggio così pittoresco, ma voleva evitare di renderlo troppo ridicolo, come spesso accade nelle fiabe. “Nessuno è semplicemente cattivo… tutti hanno una motivazione”, afferma la Blanchett. “La matrigna mostra cosa succede quando la bontà viene corrotta: si trasforma in malvagità“.
L’attrice sottolinea che “vedendo Cenerentola sul grande schermo ci ricordiamo dei pregi e dei difetti degli esseri umani, che nelle fiabe sono spesso incarnati da personaggi come il lupo cattivo o la malvagia matrigna. Gli spettatori faranno davvero il tifo per questa Cenerentola”.
Cenerentola è ancora una volta un film senza tempo, nella migliore accezione del termine, che con la sua combinazione di umorismo, romanticismo e avventura intratterrà e catturerà bambini e bambine, uomini e donne in tutto il mondo.
“Ci sono tante storie che fanno credere ai bambini di essere eroi capaci di superare ogni difficoltà, che il mondo è un posto perfetto. Ma storie classiche come questa ci ricordano che il mondo può essere un posto crudele, in cui servono tanto coraggio e tenacia per sopravvivere”
Cate Blanchett