Da non molto hanno recuperato e messo in vendita anche il suo primo lungometraggio, Fear and Desire. Va ad aggiungersi a tutti gli altri film che Stanley Kubrick ha girato in tutta la sua attività da regista, dall’inizio degli anni ’50 al 1999, quando morì poco prima della presentazione di Eyes Wide Shut. Mezzo secolo di carriera e solo 13 film. Talmente belli però da farlo entrare tra le persone e gli artisti più importanti del Novecento.
Sulle storie (quasi tutte mosse da romanzi) che ha portato al cinema, gli apprezzamenti e gli elogi si sprecano. Tutti monumenti che fanno urlare al capolavoro e che, opinione riconosciuta da tutti gli addetti ai lavori, sono diventati vere e proprie opere d’arte. Da studiare sui libri, per i significati profondi disseminati nelle trame e soprattutto per la geniale messinscena. L’immagine, la fotografia, il singolo dettaglio, la composizione, il profilmico studiato in modo maniacale. Nessuno ha indagato meglio l’animo umano come Stanley. E nessuno di questi film ha vinto mai nemmeno un Oscar come Miglior Film. Per il regista arrivò solo una soddisfazione (condivisa con Douglas Trumbull) nel 1969 con 2001: Odissea nello Spazio che vinse per i Migliori Effetti Speciali (foto sotto).
Un vero paradosso che dimostra la grandezza di quel regista che forse faceva categoria a sé. Un fuoriclasse della macchina da presa che ci ha lasciato un segno indelebile. Era un tipo selvatico Kubrick, talmente acuto da non essere compreso e quindi riconosciuto. Ma tutti quegli Oscar che clamorosamente mancano nell’albo d’oro, sono niente rispetto all’immenso e infinito potere che le sue opere ci hanno lasciato e che ancora oggi ci fanno riflettere.