Condottiero, leader, Capitano, Gladiatore, pugile, patriarca, Principe dei ladri. Questi solo alcuni dei ruoli interpretati da Russel Crowe nell’ultima ventina d’anni. Capelli lunghi o corti, simbolo del bene o del male, sempre incisivo. Uomo d’altri tempi: una faccia, un fisico, una voce (anche grazie al nostro Luca Ward), che si sono sempre ben adattate a storie epiche e biografiche del passato. Ora al cinema è protagonista del biblico Noah, scelto da Aronofsky (dopo i rifiuti di Fassbender e Bale, va detto) proprio per la sua dimestichezza in queste personaggi dalla forte personalità.
Fin dai suoi primi ruoli secondari, l’attore australiano si è messo in mostra in storie ambientate in anni e tempi che furono. Sto pensando al western Pronti a Morire di Sam Raimi ambientato nel 1878 in cui interpreta un prete , o al ben riuscito L.A. Confidential dove veste i panni dell’agente Bud White in una vicenda collocata negli anni Cinquanta. Fu proprio questo film del 1997 di Curtis Hanson che lo lanciò tra le star di Hollywood.
Nel 2000 arriva l’apice: premio Oscar per la magistrale interpretazione di Massimo Decimo Meridio ne Il Gladiatore di Ridley Scott. La storia è ambientata nel 180 d.C., una pellicola superba e un personaggio così riuscito che quando si pensa a Russel è forse proprio la sua veste da Gladiatore che ci viene in mente.
Ma è forse nel biografico A Beautiful Mind di Ron Howard (2001) che ha dato il meglio di sé (rivincere l’Oscar un anno dopo era forse troppo?). Nei panni del Professor John Nash, genio e follia si intrecciano in modo sconvolgente. Almeno il Golden Globe se lo portò a casa.
Tre anni più tardi con Master and Commander – Ai Confini del Mare (2003) ci tuffiamo nel 1805: Crowe è il Capitano Jack Lucky Aubrey della HMS Surprise, l’ammiraglia britannica che sfidò nei mari le flotte napoleoniche. Il film, non troppo apprezzato, è targato Peter Weir.
Nel 2005 rieccolo con Howard in Cinderella Man – Una Ragione per Lottare, altro bio-film sul pugile James. J. Braddock, campione di pesi massimi negli anni ’30. Con un altro passo indietro nella storia, arriviamo in Arizona, 1884. Il film di cui parliamo è il remake del western Quel Treno per Yuma, girato nel 2007 da James Mangold, in cui Russel è il fuorilegge Ben Wade.
Dopo aver fatto flop con il romantico Un’Ottima Annata e con il contemporaneo Nessuna Verità, Ridley Scott e Russel Crowe si rifanno nel 2010 con Robin Hood, che molto ricorda, a livello visivo, Il Gladiatore. La storia è ambienta alla fine del XII secolo.
Arriviamo così al dramma storico musicale di Les Misérables di Tom Hooper (2012), dal racconto di Victor Hugo. Crowe è la spietata guardia carceraria Javert, nella Francia del 1815. Recita e canta benissimo, visto che sono note le sue capacità canore. In L’Uomo con i Pugni di Ferro di RZA, eccolo impegnato in una storia ambientata nella Cina feudale. Infine nel recente Storia d’Inverno di Akiva Goldsman (2014) recita nella parte del demone Pearly Soames, in un racconto tra inizio Novecento e presente, basato sul testo di Mark Helprin.
Giacomo Aricò