Un Festival di cinema che si è imposto da subito all’attenzione di un larghissimo pubblico anche giovanile, una rivista leader nel campo delle nuove tecnologie, un museo che è diventato un cantiere quotidiano della creatività contemporanea: da questo connubio è nato Wired Next Cinema powered by Mazda, lo spazio che la nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma sta dedicando ai nuovi linguaggi dell’audiovisivo, senza distinzione di genere, durata, formato.
Un laboratorio d’avanguardia che ospita al MAXXI (Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo) lungometraggi, mediometraggi e cortometraggi, prodotti per il cinema e per la televisione, incontri e approfondimenti, cineasti che hanno fatto la storia del grande schermo e star del web.
Dalla fotografia, ai workshop sui programmi di grafica degli smartphone, dalle nuove web serie comiche alla commedia italiana. Dopo gli incontri con Giorgio Pasotti, Roberto Herlitzka, Asia Argento e diversi altri (il 26 si chiude con Isabella Ferrari e Riccardo Scamarcio), accanto al programma di Wired Next Cinema, il MAXXI accoglierà inoltre una parte degli Eventi Speciali del Festival Internazionale del Film di Roma: le proiezioni dei nuovi restauri digitali di Boccaccio ’70 (quest’oggi) e di Ricomincio da Tre (sabato 25), e due tavole rotonde sull’opera di Pietro Germi (venerdì 24) e sul cinema gotico italiano (sabato 25).
Abbiamo fatto qualche domanda a Mario Sesti, regista e critico di cinema, nonché rappresentante del Comitato di Selezione del Festival Internazionale del Film di Roma. Mario Sesti è anche autore, insieme a Marco Chiarini, del documentario Prima del Film che verrà presentato oggi alla presenza di Ettore Scola, Paolo Virzì e Marco Bellocchio.
Anteprime, incontri con il pubblico, web-series, documentari, video arte, cinema di sperimentazione: Wired Next Cinema, una sezione più viva cha mai e a passo con i tempi. Quanto siete soddisfatti dell’edizione in corso che ha visto intervenire anche grandissimi ospiti?
Lo siamo più di quanto si possa immaginare. Oltre al pubblico che ha praticamente sempre riempito quasi tutta la sala del MAXXI, domenica sera, in quella stessa sala, c’erano Bertolucci e Wenders. Un momento storico, quasi da targa commemorativa.
Cosa spera per il cinema italiano? Il futuro è nel web?
Credo che ormai le web serie siano diventate una palestra per chiunque voglia parlare il linguaggio del cinema: l’ online, da questo punto di vista, è una palestra assai più efficace e utile di scuole o cortometraggi.
Il restauro di Ricomincio da Tre, un omaggio a Massimo Troisi vent’anni dopo la morte. Lei come ricorda questo grande attore?
Un uomo che lavorava le sue parole con cura e ossessione, anche quando le smangiucchiava, come piccoli preziosi monili. Un autore il cui sconfinato romanticismo avrebbe potuto essere sintetizzato dal titolo del bellissimo libro di un suo conterraneo, Erri de Luca: Non ora, non qui.
Le chiedo in conclusione, un pensiero sulla tavola rotonda dedicata al grande Pietro Germi, nel centenario della sua nascita.
Con Carlo Verdone, nel 2005, a Siena ,abbiamo curato una mostra su di lui nel museo di Santa Maria della Scala, lo stesso dove c’erano i capolavori della grande arte figurativa dell’umanesimo italiano. Oggi lo ricordiamo in un museo d’arte contemporanea, il MAXXI. Per chiunque lo consideri un regista sottovalutato – e siamo tantissimi – è un risultato da annotare.
Intervista di Giacomo Aricò