Il 16 giugno del 1890, ben 130 anni fa, nel piccolo comune britannico di Ulverston nasceva Arthur Stanley Jefferson, da tutti conosciuto però come Stan Laurel, lo Stanlio del celeberrimo duo comico Stanlio e Ollio.
Stanlio prima di Ollio
Stanlio e Ollio: abituati come siamo a considerarli la coppia comica più famosa della storia del cinema, fa uno strano effetto pensarli da “single”, eppure… prima di dividere la scena sul set (Zuppa d’Anatra, il primo film che li vede protagonisti insieme, esce nel 1927) Stan Laurel e Oliver Hardy hanno entrambi all’attivo una lunga carriera da solisti, forte – rispettivamente – di ottanta e quasi duecentocinquanta titoli. Due filmografie sterminate, finite inevitabilmente nell’ombra di fronte al successo planetario di un sodalizio tanto solido e fortunato (interrotto soltanto dalla morte di Ollio, nel 1957). Alcuni di quei film sono giunti fino a noi, di altri invece si sono perse le tracce: tutto quel che si conosce è il titolo, spesso la sinossi, a volte la descrizione di qualche scena desunta dalle cronache d’epoca.
Monsieur D0n’t Care
Uno di questi, ritrovato cinque anni fa dal CSC – Cineteca Nazionale, Monsieur Don’t Care di Percy Pembroke, vide come assoluto mattatore solo Stan Laurel: uscita negli Stati Uniti nel 1924, ma distribuita in Italia soltanto quattro anni dopo (con il titolo di Monsieur Bocher), questa comica in due rulli vede il futuro Stanlio mettersi nei guai alla corte di Luigi XV, da dove – per un affronto al favorito del re – è costretto a fuggire, riparando in Inghilterra e facendosi passare per barbiere. Creduto perduto fino ad oggi, il film è la parodia di Monsieur Beaucaire, uno dei successi di Rodolfo Valentino (messo qui apertamente in burla sin dal nome del protagonista: Rhubarb Vaselino): negli archivi della Cineteca Nazionale sono stati ritrovati e identificati circa 7 minuti di una versione italiana, che comprendono anche un’apparizione “en travesti” di Laurel.
In coppia con Oliver Hardy
Stan Laurel e Oliver Hardy sono ampiamente considerati il più grande duo comico della storia del cinema. Tra il 1927 e il 1950, sono apparsi in oltre 107 film (32 cortometraggi muti, 40 cortometraggi parlati, 23 lungometraggi, 12 cameo), corroborando il concetto di coppia di comici con una chimica contagiosa e numeri esilaranti che appaiono naturali, ma che sono in realtà perfezionati fin nei minimi dettagli. I due rientrano nel contenutissimo novero di star del cinema muto che è sopravvissuto e ha prosperato con l’avvento del sonoro, aggiungendo strampalati giochi di parole alla loro maestria comica. La loro influenza va ben oltre le fredde statistiche e le analisi dei cinefili, dal momento che hanno accumulato un numero impressionante di ammiratori devoti, tre musei a loro dedicati e un’associazione internazionale di appassionati della loro arte, Figli del deserto.
Amati in tutto il pianeta
Adorati in tutto il mondo – in Germania i loro nomi sono Dick Und Doof, in Polonia Flip I Flap, in Brasile O Gordo e o Magro – sono un cancello di accesso alla commedia, un passaporto per un mondo di sublime stupidità e imperitura amicizia. Che li si conosca grazie alle repliche televisive, agli adattamenti in forma di cartoni animati o a un gif su Twitter, l’ascoltare la loro tipica musichetta, The Cuckoo Song, è non solo la garanzia di una risata, ma significa anche azionare una macchina del tempo che ci trasporta all’istante in un’età di maggiore innocenza. La gente ammira Chaplin, guarda con venerazione Buster Keaton, ma adora Laurel e Hardy. Non esiste attore comico vivente che non sia stato influenzato dai due artisti, il loro raggio d’azione è potentissimo.
Stanlio (& Ollio)
Stan Laurel e Oliver Hardy, prima di diventare amici, furono per molti anni solo colleghi. La loro amicizia, senza maschera, è stata recentemente raccontata al cinema nel commovente film Stanlio & Ollio di Jon S. Baird (con Steve Coogan nei panni di Stanlio e John C. Reilly in quelli di Stanlio), dove i due intraprendono insieme un ultimo tour teatrale. Anche se è impossibile immaginarseli separati, Stan Laurel è stato un vero genio della risata, capace di trarre da ogni spunto elementi per destare ilarità. Ironizzava in modo intelligente e raffinato sulla gente, sul mondo e sulla vita, ma prima di tutto su sé stesso.