Dal 6 al 24 aprile, Lucca Film Festival – Europa Cinema 2019 presenta, all’interno degli eventi espositivi di questa nuova edizione, nel Palazzo Ducale di Lucca, Kubrick. Fra Cinema e Pittura una mostra tributo a Stanley Kubrick, uno dei più grandi registi della storia. L’esposizione, a cura del critico Riccardo Ferrucci, propone dipinti inediti dell’artista lombardo Andrea Gnocchi.
Un regista innamorato dell’Arte
Stanley Kubrick è considerato tutt’oggi uno dei più importanti registi di sempre, specie per la sua espressività lontana dai canoni e dalle convenzioni. Nelle pellicole il regista prende ispirazioni dalla storia dell’arte di ogni secolo e la passione per la fotografia lo porta a studiare l’inquadratura fino al punto da assillare gli attori. Ne viene fuori una cura ossessiva per i particolari dell’immagine, per la prospettiva e l’illuminazione, per la posizione degli attori e degli oggetti di scena, per la simmetria, tanto che ogni suo film è studiabile in ogni fotogramma come “album di inquadrature”.
Andrea Gnocchi racconta…
“Come lui si è ispirato all’arte io mi sono ispirato al cinema, e da qui nasce la mia idea di analizzare queste inquadrature e di trasformarle da un semplice frame ad un’opera d’arte. Ho iniziato ad analizzare il senso estetico di Kubrick decontestualizzando le immagini dai film, anche se ben ancorate ad un realismo oggettivo. Le sue pellicole sono il risultato di un lavoro di integrazione fra diversi canali comunicativi: la mostra si sviluppa quindi sulla realizzazione di tele che analizzano tutta la sua migliore produzione cinematografica, andando ad estrapolare e immortalare quelle immagini che caratterizzano i suoi film e che subito rendono riconoscibile il regista”.
Un ritratto/omaggio al Maestro
Vista l’influenza che Kubrick ha avuto su tutta l’arte comunicativa moderna, nella realizzazione delle tele ci sarà spazio anche per un omaggio al regista con un ritratto che ne incoronerà la grandezza. La mostra sarà accompagnata da una pubblicazione edita per Bandecchi&Vivaldi con testi critici di Riccardo Ferrucci, Alessandro Romanini e Roberto Milani.