Presentato in anteprima alla 13.esima Festa del Cinema di Roma, mercoledì 1 maggio arriva al cinema Stanlio & Ollio, l’attesa pellicola diretta da Jon S. Baird sulla leggendaria coppia comica che ha segnato la storia del cinema. Protagonisti, nei panni di Stan Laurel/Stanlio e Oliver Hardy/Ollio sono, rispettivamente, Steve Coogan e John C. Reilly.
Il film
Stan Laurel (Steve Coogan) e Oliver Hardy (John C. Reilly), alias Stanlio e Ollio, i due comici più amati al mondo, partono per una tournée teatrale nell’Inghilterra del 1953. Finita l’epoca d’oro che li ha visti re della comicità, vanno incontro a un futuro incerto. Il pubblico delle esibizioni è esiguo, ma i due sanno ancora divertirsi insieme. L’incanto della loro arte continua a risplendere nelle risate degli spettatori, facendo rinascere il legame con i fan adoranti. Il tour si rivela un successo, ma Laurel e Hardy non riescono a staccarsi dall’ombra dei loro personaggi e, anche a causa della delicata salute di Oliver, vedono messo alla prova il loro sodalizio. I due, vicini al loro canto del cigno, riscopriranno l’importanza della loro amicizia.
Stanlio e Ollio
Stan Laurel e Oliver Hardy sono ampiamente considerati il più grande duo comico della storia del cinema. Tra il 1927 e il 1950, sono apparsi in oltre 107 film (32 cortometraggi muti, 40 cortometraggi parlati, 23 lungometraggi, 12 cameo), corroborando il concetto di coppia di comici con una chimica contagiosa e numeri esilaranti che appaiono naturali, ma che sono in realtà perfezionati fin nei minimi dettagli. I due rientrano nel contenutissimo novero di star del cinema muto che è sopravvissuto e ha prosperato con l’avvento del sonoro, aggiungendo strampalati giochi di parole alla loro maestria comica. La loro influenza va ben oltre le fredde statistiche e le analisi dei cinefili, dal momento che hanno accumulato un numero impressionante di ammiratori devoti, tre musei a loro dedicati e un’associazione internazionale di appassionati della loro arte, Figli del deserto.
Amati in tutto il pianeta
Adorati in tutto il mondo – in Germania i loro nomi sono Dick Und Doof, in Polonia Flip I Flap, in Brasile O Gordo e o Magro – sono un cancello di accesso alla commedia, un passaporto per un mondo di sublime stupidità e imperitura amicizia. Che li si conosca grazie alle repliche televisive, agli adattamenti in forma di cartoni animati o a un gif su Twitter, l’ascoltare la loro tipica musichetta, The Cuckoo Song, è non solo la garanzia di una risata, ma significa anche azionare una macchina del tempo che ci trasporta all’istante in un’età di maggiore innocenza. La gente ammira Chaplin, guarda con venerazione Buster Keaton, ma adora Laurel e Hardy. Non esiste attore comico vivente che non sia stato influenzato dai due artisti, il loro raggio d’azione è potentissimo.
Un storia d’amore, in tour
È un’affezione condivisa da Jeff Pope, lo sceneggiatore di Stanlio & Ollio che ha indagato sulla storia che si nasconde dietro alle due icone. La sua ricerca ha portato alla luce un capitolo poco conosciuto della carriera di Laurel & Hardy: la tournée teatrale della coppia di comici nel Regno Unito all’inizio degli anni ’50, documentata nel libro di A.J. Marriot Laurel & Hardy: The British Tours. “Il meraviglioso ritratto che emerge di questi due uomini che sono ormai immensi è quello di due tizi che alloggiano in piccole pensioni, si esibiscono in minuscoli teatri e non si rendono conto che il motivo per cui hanno sfondato è che si sono voluti bene – spiega Pope – questo è il fatto che mi ha ispirato e spinto a scrivere l’intero film. È una storia d’amore tra due uomini”. La produttrice Faye Ward concorda con Pope, aggiungendo “Stanlio & Ollio è sostanzialmente la storia di due amici per la pelle e di cosa significa una simile amicizia quando la vita volge al termine e non ti rendi conto che la fine sta arrivando. Ma parla anche di due grandi forze creative e di come si fa a produrre una magia”.
Stanlio & Ollio, non Laurel & Hardy
I realizzatori hanno deciso di intitolare il film Stanlio & Ollio, e non Laurel & Hardy, dal momento che il loro intento è esplorare gli uomini che stanno dietro alle leggende e la sceneggiatura di Pope rivela verità fondamentali che vanno oltre i rispettivi personaggi cinematografici. Se da un lato Hardy spesso assume il controllo sullo schermo, Laurel è la mente creativa che sorveglia ogni aspetto della produzione: una volta ultimate le riprese, Hardy spesso se ne va a giocare a golf. Il film suggerisce anche che, se nei film la coppia è inseparabile, fuori dallo schermo i due interagiscono in modo affabile, ma sono solo colleghi di lavoro. Per usare le parole di Pope, “non erano mai stati molto amici fino a quando non decisero di intraprendere quell’ardua tournée e non vissero gomito a gomito una settimana sì e una no. La premessa del film è quella di raccontare come sono arrivati ad essere uniti nella vita reale quanto lo erano nella vita di finzione”.
Gag tra maschera e autenticità
Malgrado gran parte della comicità derivi dalle meticolose ricostruzioni degli spettacoli teatrali di Laurel e Hardy, la sceneggiatura di Pope imbastisce anche alcuni dei loro numeri più famosi nel tessuto delle loro vite. Quindi i loro tentativi di issare il baule sulle scale di una stazione ferroviaria rispecchia da vicino la memorabile sequenza del piano sulle scale nel cortometraggio vincitore del premio Oscar La scala musicale. “Via via che la sceneggiatura evolveva, mi sono reso conto che c’erano alcuni punti in cui potevo rendere omaggio al loro glorioso passato”, ricorda lo sceneggiatore. Per Steve Coogan, l’inserimento delle loro gag nelle situazioni quotidiane dice anche qualcosa della natura dei due attori: “come spesso accade con i comici, non c’è una distinzione netta tra il personaggio comico che un attore interpreta e quello che egli è nella realtà, in particolare quando è molto coinvolto nel processo creativo. I due piani si sovrappongono e cerchiamo di permettere agli spettatori di notarlo”.
Un film per il nostro presente
Perché raccontare Stanlio e Ollio al cinema nel 2019? La risposta la fornisce Faye Ward: “viviamo in un luogo e in un periodo in cui la gente ha una certa paura della vita – osserva – i loro sketch scaldano molto il cuore. C’è una gioia pura, un’innocenza in quello che propongono che io trovo davvero fantastica e spassosa per il pubblico odierno. Metà degli spettatori piangono e poi ridono, perché sono incredibilmente intelligenti, ma al tempo stesso semplici. Sono incantevoli ed è proprio quello di cui abbiamo un po’ bisogno ai giorni nostri”.
“Sapevo che questo film sarebbe stato struggente e triste, carico di emozioni”.
Steve Coogan