Tratta dall’omonimo romanzo di Stephen King, giovedì 31 ottobre, giorno di Halloween, al cinema arriva l’attesissimo Stephen King’s Doctor Sleep, il seguito della storia di Danny Torrance, a 39 anni dalla sua terrificante permanenza all’Overlook Hotel in Shining. La pellicola, diretta da Mike Flanagan – che l’ha anche co-sceneggiata con lo stesso King – ha come protagonisti Ewan McGregor, Rebecca Ferguson e l’esordiente Kyliegh Curran.
Il film
Ancora irrimediabilmente segnato dal trauma che ha vissuto da bambino all’Overlook Hotel, Dan Torrance (Ewan McGregor) ha continuato a vagare per decenni. Una disperata vita on the road per liberarsi da un’eredità paterna fatta di alcolismo, violenza e depressione. Dopo aver combattuto con forza, ora sembra aver trovato una parvenza di pace. Così è riuscito a mettere radici a Frazier, una piccola città del New Hampshire, dove ha trovato un gruppo di amici in grado di aiutarlo e un lavoro nell’ospizio in cui quel che resta della sua luccicanza regala agli anziani pazienti l’indispensabile conforto finale. Aiutato da un gatto capace di prevedere il futuro, Dan diventa Doctor Sleep, il Dottor Sonno.
Ma la sua tregua va in frantumi quando incontra Abra (Kyliegh Curran), un’adolescente coraggiosa con un potente dono extrasensoriale, noto come la “luccicanza”. Riconoscendo istintivamente che Dan condivide il suo potere, Abra lo contatta, invocando disperatamente il suo aiuto contro la spietata Rose The Hat (Rebecca Ferguson) e i suoi seguaci, i membri del The True Knot, che si nutrono della Luccicanza degli innocenti alla ricerca della loro immortalità. Formando un’improbabile alleanza, Dan e Abra si impegnano in una brutale lotta tra la vita e la morte contro Rose. L’innocenza di Abra e l’intrepida consapevolezza della sua Luccicanza costringono Dan a invocare i suoi stessi poteri come mai prima d’ora – affrontando immediatamente le sue paure e risvegliando i suoi fantasmi del passato. Esseri quasi immortali che si nutrono proprio del calore dello shining.
Da Shining e Doctor Sleep, i libri di King
Raramente una storia di disfunzione familiare è entrata nella coscienza moderna in modo sconvolgente o quanto più completamente come quella dei Torrance, il padre, la madre e il figlio al centro del terzo romanzo di Stephen King, Shining. Pubblicato originariamente nel 1977, il libro ha continuato a vendere oltre un milione di copie. Ispirato alle lotte personali dell’autore, insieme ad una fatidica notte trascorsa da King nella camera 217 dello Stanley Hotel in Colorado, la storia di Jack, Wendy e Danny Torrance è una delle opere più intime di King – terrificante non a causa dei mostri che vivono a fianco noi, ma per i demoni della vita reale che abitano in ognuno di noi. Trentasei anni dopo, King ha pubblicato il follow-up del suo romanzo, Doctor Sleep, la continuazione della storia di Dan Torrance. Sebbene entrambi i romanzi condividano horror e suspense, Shining accompagna i lettori in un viaggio attraverso il buio della dipendenza, mentre Doctor Sleep li riporta alla luce attraverso un percorso di recupero, abnegazione e redenzione.
La versione di Kubrick
L’adattamento cinematografico di Stanley Kubrick del 1980 di Shining è ampiamente considerato come uno dei più grandi film horror di tutti i tempi. È anche uno dei casi più famigerati del divario tra le parole di un autore e la visione di un regista, con il film di Kubrick che ha ottenuto la licenza creativa utilizzando vari elementi della storia, incluso il destino dell’Overlook Hotel, insieme ad altri aspetti del personaggio di Jack Torrance. Tuttavia, la realtà è che sia la versione di King che quella di Kubrick riguardo alla definitiva perdita di sé e della sanità mentale di Jack, hanno consolidato entrambi gli artisti come geni creativi.
La lettura di Mike Flanagan
Il regista Mike Flanagan si è autoproclamato fan (atico) dell’opera di King fin dai tempi della quinta elementare, quando cioè ha preso in mano il suo primo libro dell’autore. Flanagan dice: “all’epoca ero troppo piccolo, ma da ragazzino ho iniziato a leggere le sue opere. Quei libri mi hanno spaventato come mai successo prima, e mi hanno cambiato completamente il modo di vedere il mondo”. Il filmmaker ricorda anche di aver acquistato anni dopo una copia di Doctor Sleep il primo giorno in cui il romanzo era disponibile: “accogliere la storia dal punto di vista di King e allontanarsi da ciò che Kubrick aveva cambiato nel film riguardo ai Torrance è stato uno sforzo come lettore. Kubrick ha reso il materiale un’icona – penetrata nella cultura popolare e nella mia mente da cinefilo – e quindi leggere questa storia dimenticando la direzione che gli aveva dato, per seguirne un’altra, è stato davvero emozionante”.
Dipendenza e guarigione
“Doctor Sleep ha riportato molti dei temi del romanzo di Shining che non hanno fatto parte del film – continua Flanagan – in particolare l’attenzione sulla dipendenza, nella misura descritta da King, insieme alle note di redenzione. Ho adorato i tre personaggi, Dan, Abra e Rose Cilindro; ho adorato le contraddizioni tra Shining e Doctor Sleep: dipendenza e guarigione; elementi agli antipodi come il ghiaccio e il fuoco. Ha preso tanti elementi meravigliosi del primo libro e li ha lasciati crescere trasformandoli in qualcosa di completamente nuovo“.
Tra King e Kubrick
“C’è una parte di me che insisteva affinché il lavoro di King venisse adattato in modo fedele – sottolinea Flanagan – ma c’è un’altra parte che idolatrava il film di Kubrick. Queste mie due sensazioni sono entrate in conflitto fin da quando ho iniziato questo progetto. Ma ho cercato di soddisfarle entrambe, pensando di farlo innanzi tutto per me stesso, e poi per il pubblico“. La riconciliazione di fonti così disparate ha riguardato essenzialmente “imparare a camminare sul filo del rasoio tra Kubrick e King. Onorare entrambi, e creare un film indipendente: questa è stata la priorità fin dall’inizio” aggiunge il regista.
La benedizione di Stephen King
Mike Flanagan sapeva che c’era un imperativo fondamentale per il sostentamento del progetto, il via libera che contava di più: Stephen King. Il maestro dell’orrore era inizialmente scettico, ma una volta che il regista gli ha presentato la sua audace interpretazione del progetto, fondendo la parola pubblicata con l’eredità cinematografica – in sostanza, dando a King la risoluzione che sentiva mancare alla visione di Kubrick – l’autore ha aderito con entusiasmo. Stephen King afferma: “spiego sempre alla gente che la differenza tra il film di Stanley Kubrick e il mio libro, è che il suo film è finito nel ghiaccio e il mio libro è finito nel fuoco. Ma, seguendo la storia di Dan Torrance da adulto e filtrandola attraverso il suo cuore apparentemente grande, Mike è stato in grado di portare il film di Kubrick un passo avanti, quasi a riscaldare le cose. Il film di Mike è essenzialmente un ottimo adattamento di Doctor Sleep, ed un fantastico sequel del film Shining di Stanley Kubrick. Mike ha lavorato in un universo in cui alcune delle cose che sono successe nel film di Kubrick non sono accadute nel mio libro ed in qualche modo è stato in grado di farlo funzionare“.
Danny Torrance
Senza dubbio, Danny Torrance è un personaggio impresso nella mente sia degli spettatori che dei lettori. Da bambino è stato soggetto a traumi indicibili, quasi tutti per mano di suo padre Jack. Per placare il suo dolore, facendo cessare i ricordi e la luccicanza, ha seguito le stesse tendenze autodistruttive del padre. Totale alcolismo, consumo di droga e propensione alla violenza. I tratti che hanno reso Jack Torrance una preda tanto facile per l’Overlook Hotel, Dan li ha ereditati, e definiscono la sua vita. Ewan McGregor, che lo ha interpretato, riflette: “dopo aver vissuto questa terribile esperienza, come fa Danny ad andare avanti? Come affronta la sua luccicanza e la consapevolezza di essere diverso? Si è così tanto buttato nell’alcol, come ha fatto suo padre, arrivando al punto da non poter più bere. È stata una prospettiva molto interessante per me, interpretare una persona che è arrivata a toccare il fondo. Quindi, sempre come suo padre, Danny diventa sobrio; Jack d’altronde fece lo stesso alcuni mesi prima di accettare l’incarico all’ Overlook”.
Una visione globale del personaggio
La storia di Dan è significativa per Stephen King che ammette: “quando ho scritto Doctor Sleep, ero sobrio da molto tempo. Volevo scrivere la storia di Dan da quella prospettiva perché beh, non intendo dire che ero due persone diverse, perché sarebbe esagerato, ma ero notevolmente diverso e in un posto differente rispetto a quando ho scritto Shining. Questa era una delle forze impellenti dietro la scrittura del libro: mi sembrava di avere una visione più globale di questo particolare personaggio. Ma l’altra cosa che non volevo fare era trasformarla in un manifesto, una dichiarazione di moralità sul bere o il non bere. Il mio obiettivo era presentare questo personaggio, poi il lettore o lo spettatore può prendere le proprie decisioni in base agli eventi”.
Dan, da vittima a eroe
Mike Flanagan definisce così Danny: “è una persona che possiamo capire: imperfetta, che deve fare i conti con i propri demoni interiori, i suoi punti di forza, i suoi punti deboli, e che è coinvolto in una storia molto più grande di lui. La luccicanza non ha mai smesso di torturarlo, portandogli visioni di sangue e morte, rendendolo vulnerabile e bersaglio di cose orribili. E ora, grazie a ciò, può guardare qualcuno che sta per morire e sapere esattamente di cosa ha bisogno per essere confortato. Ricontestualizza completamente questa capacità e dà alla sua vita e alla sua luccicanza uno scopo, per la prima volta. E nel romanzo, per me, a questo punto Dan Torrance emerge davvero come l’eroe della storia”.