Alla fine è arrivato The Hateful Eight, ovvero l’ottavo film scritto e diretto da Quentin Tarantino accompagnato dalla meravigliosa colonna sonora con la quale il Maestro Ennio Morricone ha già vinto un Golden Globe e sogna un Oscar il prossimo 28 febbraio. Un pellicola western girata in 70mm con protagonista un ricco cast: Samuel L. Jackson, Kurt Russell, Jennifer Jason Leigh, Walton Goggins, Demian Bichir, Tim Roth, Michael Madsen, Bruce Dern, James Park e Channing Tatum.
Qualche anno dopo la Guerra civile, una diligenza corre attraverso il Wyoming innevato. I passeggeri, il cacciatore di taglie John Ruth (Kurt Russell) e la donna che ha catturato, Daisy Domergue (Jennifer Jason Leigh, candidata all’Oscar per questa prova), sono diretti verso la città di Red Rock dove Ruth, chiamato da quelle parti “Il Boia”, consegnerà Domergue nelle mani della giustizia. Lungo la strada incontrano due sconosciuti: il maggiore Marquis Warren (Samuel L. Jackson), un ex soldato nero dell’Unione diventato uno spietato cacciatore di taglie, e Chris Mannix (Walton Goggins), un rinnegato del Sud che sostiene di essere il nuovo sceriffo della città.
A causa di una bufera di neve, Ruth, Domergue, Warren e Mannix cercano rifugio nell’emporio di Minnie, una stazione di posta per le diligenze tra le montagne. Quando arrivano, non trovano la proprietaria, ma quattro facce sconosciute. Bob (Demian Bichir) che si occupa del rifugio mentre Minnie è in visita alla madre; Oswaldo Mobray (Tim Roth), il Boia di Red Rock; il mandriano Joe Gage (Michael Madsen) e il Generale confederato Sanford Smithers (Bruce Dern). Mentre infuria la tempesta, i nostri otto viaggiatori scopriranno che forse nessuno di loro riuscirà mai ad arrivare a Red Rock.
Sono state letteralmente prese d’assalto le prime sale italiane che hanno ospitato l’ultima fatica di Tarantino, già molto apprezzata ed esaltata dalla critica. Un film che aveva già fatto il suo esordio il 19 aprile 2014 con una lettura dal vivo della sceneggiatura a favore di Film Independent, un’organizzazione no-profit che sostiene i cineasti indipendenti. L’Ace Hotel Theatre di Los Angeles, un’ex sala cinematografica, ha offerto i suoi 1600 posti ai fans di Quentin Tarantino, accorsi per assistere a un evento senza precedenti. Il regista e gli attori hanno di fatto interpretato il film in versione teatrale.
Anche se Tarantino aveva pensato alla lettura come a un evento unico a sé stante, l’incredibile successo che ha riscosso lo ha convinto a ripensare di trasformare The Hateful Eight in un film, una storia di bugiardi, una storia di bugie. Di persone che vogliono andare avanti con la loro vita, ma non possono. Una storia sulla claustrofobia, sulle cose che non vengono mai realizzate. Una storia, come spiega Samuel L. Jackson (foto copertina), in cui “ci sono otto persone molto diverse tra loro e ognuno è pericoloso a modo suo e odioso a vari livelli: per il pubblico sarà un gioco divertente legarsi a un personaggio”.
Per la produzione del film, Tarantino è tornato a lavorare con il produttore Richard N. Gladstein (produttore esecutivo di Le Iene, Pulp Fiction e Jackie Brown) che ha abbracciato l’universalità della storia e le diverse caratteristiche dei personaggi: “in tutti i film di Quentin c’è una intensa interazione umana, un dramma umano profondo, e questo film mette insieme i personaggi testando la loro lealtà e i principi cui sono legati”. The Hateful Eight è uno microscopio puntato sulla condizione umana, il modo in cui identifichiamo noi stessi, come ci muoviamo nella vita, come reagiscono le persone in circostanze estreme e la natura estremamente mutevole del concetto di lealtà e di tradimento. Il tutto all’interno di un western che riesce a divertire, ambientato tra le nevi del Wyoming.
Un western rivelatore della natura umana che Quentin Tarantino ha deciso di girare con il “glorioso 70mm” e in particolare con il Ultra Panavision 70, da tempo abbandonato. Usato l’ultima volta nel 1966 per Khartoum, questo formato usa lenti anamorfiche (invece delle normali lenti sferiche) per creare un magnifico rapporto d’aspetto di 2.76:1. In passato fu usato anche per altri film (tra cui L’Ammutinamento del Bounty, Questo Pazzo Pazzo Mondo, LA Più Grande Storia Mai Raccontata e La Battaglia Dei Giganti).
“Per cogliere quel desolato paesaggio western, la neve, la bellezza di quelle locations, il 70mm sarebbe stato perfetto”, dice Tarantino, sottolineando anche che quel formato aggiunge intensità agli interni del film. “Sono convinto che questi grandi formati permettano una maggiore intimità, ti fanno stare più vicino ai personaggi, ti portano dentro la scena. Non penso che sia un formato adatto solamente ai documentari di viaggio”. Fare qualcosa di completamente diverso e nello stesso tempo così classico non è stato facile. Quando Tarantino e il direttore della fotografia Robert Richardson – qui candidato all’Oscar – hanno scelto di usare l’Ultra Panavision 70, un formato che rende davvero giustizia alla fotografia in esterni cogliendo ogni dettaglio nella sua pienezza e bellezza.
In conseguenza della passione di Tarantino per la pellicola e un’epoca ormai passata della distribuzione, The Hateful Eight è uscito il 25 dicembre 2015 solo nei cinema in grado di proiettare pellicole in 70mm: “era così che si faceva ed era questo che rendeva i film così speciali – spiega Quentin Tarantino – non erano film qualsiasi proiettati nel cinema vicino casa: alcuni erano musical, altri film epici e queste grandi presentazioni si organizzavano prima dell’uscita normale del film”.
Scelta per il suo paesaggio brullo e i magnifici panorami, Telluride ha ospitato il set dell’emporio di Minnie, il rifugio dove convergono i personaggi della storia. Del resto un western invernale brutale e spietato aveva bisogno di un ambiente altrettanto spietato. Aspettiamo il 28 febbraio, forza Ennio.
“È la società, ci sono i confini psicologici che le persone innalzano tra loro. Ci sono rapporti di amicizia e tradimenti. Sono un gruppo di persone con un cappello da cowboy”.
Michael Madsen