(Credit: National Geographic)

The Rescue, il profondo viaggio in Trappola negli Abissi

(Credit: National Geographic)

Solo dal 16 al 18 maggio arriva nelle sale italiane arriva The Rescue – In Trappola Negli Abissi, il docu-film di E. Chai Vasarhelyi e Jimmy Chin che racconta l’incredibile storia del disperato tentativo di salvataggio di dodici ragazzi e del loro allenatore di calcio dalle profondità della grotta thailandese di Tham Luang. Inserito nella shortlist degli Oscar, candidato ai BAFTA e vincitore del Toronto International Film Festival 2021 e del National Board of Review, USA 2021 come Miglior Documentario.

Il documentario

Il 23 giugno 2018, dodici ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 17 anni e il loro allenatore di 25 anni rimangono intrappolati a decine di metri di profondità all’interno della grotta di Tham Luang, parzialmente allagata dalle forti piogge monsoniche. Vengono dati per dispersi quasi subito ma i tentativi di localizzazione sono ostacolati dal continuo innalzarsi del livello dell’acqua. Le operazioni di salvataggio diventano un intervento di massa, con il coinvolgimento di una copertura mediatica globale e dell’interesse pubblico. Nove giorni dopo i sommozzatori localizzano finalmente i ragazzi e, con molte difficoltà, cercano di portarli tutti in salvo.

I registi e produttori vincitori del premio Oscar con Free Solo, E. Chai Vasarhelyi e Jimmy Chin, con interviste esclusive e una grande ricchezza di materiale inedito, ripercorrono passo dopo passo gli sforzi dei Navy SEAL thailandesi e delle US Special Forces, facendo luce sul mondo ad alto rischio delle immersioni in grotta e mettendo in risalto l’umanità condivisa della comunità internazionale che si è unita per salvare i ragazzi.

(Credit: National Geographic)

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E. Chai Vasarhelyi e Jimmy Chin raccontano…

«I nostri film cercano sempre di esaminare questioni che trascendono il loro argomento. The Rescue parla di un salvataggio impossibile, ma in realtà parla di responsabilità morale. Quando abbiamo le capacità per salvare qualcuno, ci assumiamo l’onere di farlo anche se mettiamo a rischio noi stessi? È una storia sull’umanità comune che ci unisce. Creare questo docu-film è stato molto impegnativo, tutto è buio nella grotta, sei sott’acqua, immerso nel fango, non si possono girare riprese e le fonti d’archivio sono sparse in tutto il mondo. E di mezzo naturalmente c’era anche la pandemia. Abbiamo fatto le interviste via Zoom e ci siamo concentrati sulla costruzione di un rapporto di fiducia a distanza. Avevamo a che fare con culture diverse, lingue diverse, fusi orari diversi e c’erano numerosi vincoli, ma la storia era davvero commovente. I bambini, i subacquei, i Navy SEAL tailandesi, le forze speciali americane e un’intera comunità ci hanno mostrato cosa significa avere un grande coraggio».

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