Giovedì 13 luglio arriva al cinema The War – Il Pianeta delle Scimmie, il terzo intenso capitolo della trilogia reboot di grande successo, sia al botteghino che di critica, diretto da Matt Reeves e con protagonisti Andy Serkis (in motion capture) e Woody Harrelson.
In un mondo sotto pressione per le divisioni e la rabbia causate dal conflitto scimmie -uomini, una battaglia tra i primati, in rapida evoluzione, e gli uomini, per il controllo di un mondo allo sbando in cui il vincitore prenderà tutto. Il pubblico vedrà il momento cruciale che determinerà il futuro destino della civiltà umana, e sarà coinvolto nel conflitto interiore che dividerà l’anima di Cesare (un sontuoso Andy Serkis), il leader delle scimmie, nel guidare la sua giovane società verso una nuova casa, quando dovrà decidersi tra la sua fede nella famiglia e nell’onore contro la voglia di compiere una missione di vendetta per regolare i conti in sospeso.
Il cuore di questa storia è quello di un’ultima resistenza sia militare che emotiva. La possibilità di una pace tra le due specie è tramontata e un gruppo di soldati ribelli, guidati da un imperioso colonnello (Woody Harrelson), compie un ultimo attacco disperato, così Cesare subisce una perdita personale inimmaginabile tanto che nella sua testa viene superato il limite. Ora deve lottare da un lato contro impulsi spietati e dall’altro con nuovi dubbi sulla propria capacità di ispirare le scimmie a guadagnarsi la libertà. Ma se le scimmie vogliono sopravvivere al prossimo conflitto, Cesare deve restare al loro comando. In un momento in cui l’empatia e la compassione sono quasi completamente scomparse sia nel mondo che nel suo cuore, Cesare cerca di trovare coraggio, unione e uno sforzo comune per guidare le scimmie verso un futuro di speranza.
Per Reeves, che torna al franchise per fare il passo successivo dopo Apes Revolution – Il Pianeta delle Scimmie, l’ambizione del terzo film era chiara: seguire le scimmie sempre più erette e capaci, ma anche perseguitate e con dei dubbi, seguirle non solo in una guerra globale, ma anche in un emozionante territorio psicologico dove Cesare lotta per cercare di tenere a freno i suoi istinti più umani.
Più che mai Reeves ha capito che il percorso delle scimmie rispecchia i miti archetipici dell’umanità: “all’inizio di questa storia, non c’è più pace con gli esseri umani, cosa che spinge Cesare in un conflitto interiore profondamente emotivo e universale – descrive Reeves – Cesare è sempre stato unico in quanto è parte scimmia e parte umano, senza che nessuna delle due parti sia dominante. La speranza era che fosse in grado di essere un ponte tra le due società, ma ora è chiaro che questo non avverrà. Quello che è così emozionante è che, esplorando i dilemmi interiori di Cesare in questo momento di conflitto, abbiamo la possibilità di assistere ad una battaglia che tutti conosciamo bene: la guerra tra la nostra intelligenza, la nostra empatia e la nostra istintività, ed è proprio questo conflitto che definisce la nostra umanità. Allo stesso tempo è un viaggio molto oscuro perché è una storia con dentro l’anima”.
Il produttore Peter Chernin, che è stato fondamentale per mantenere la continuità delle scimmie fin dall’inizio della trilogia, dice: “Fin da subito abbiamo visto questa come una storia in tre atti che inizia con la nascita di Cesare, la sua trasformazione che lo vede diventare un eroe suo malgrado come capo delle scimmie e quindi un leader intelligente e compassionevole, ed ora viene messo alla prova, deve crescere e diventare ancora più eroico. In un mondo in cui nascono scimmie intelligenti sapevamo che il tutto avrebbe inevitabilmente portato ad un conflitto finale con gli esseri umani. Siamo arrivati ad un punto fondamentale della storia, è l’apoteosi del percorso di Cesare, lo vedrete combattuto, vedrete la sua anima. Questo è quello che abbiamo sempre voluto fare con questa serie: esplorare tutta la gamma dei sentimenti e delle situazioni che fanno di noi degli essere umani”.
Il classico gioco di elementi leggeri e profondi, di solida fedeltà e coraggio, emerge nell’epico viaggio di Cesare, in cui dovrà scendere nelle profondità della sua angoscia, quando sarà costretto a scegliere tra la sua vendetta personale per i propri familiari contro la possibilità che tutta la sua specie sia passibile di sconfitta. “In questa terzo capitolo abbiamo voluto portare Cesare in un posto dove non avremmo mai pensato potesse andare – spiega Reeves – è assolutamente sorprendente perché nessuno di noi avrebbe pensato che Cesare fosse capace di provare un qualsiasi odio o di interrompere ogni contatto con l’umanità. Ma ora lo abbiamo portato a un limite dove, per la prima volta, è in grado di capire l’odio che animava Koba, l’ex cavia di laboratorio. È terrificante per tutti quelli che lo circondano, perché Cesare è sempre stato il centro morale del gruppo. E se Cesare perdesse il controllo della sua moralità, cosa succederebbe all’intera società delle scimmie? Questo è in definitiva l’argomento del film”.
Per Reeves il film, indipendentemente da ciò che succederà all’umanità o alle scimmie, parla degli ideali fondamentali dell’umanità, umanità non nel senso di essere bipedi, ma nel più ampio significato di cercare le qualità più ispiratrici di saggezza e benevolenza. “In questo importante momento, Cesare si sta incamminando su un sentiero mai battuto prima, perché combatte contro se stesso – conclude Reeves – ma anche se la storia ci porta a conoscere Cesare ancora più a fondo a livello emotivo, abbiamo sentito la necessità che questo film doveva essere enorme, di una grandezza diversa da quella dei precedenti, perché è un’epopea di guerra e una storia di migrazione”.
“La meraviglia di questi film è che ci danno la possibilità di esplorare la natura umana nella sua essenza”
Matt Reeves