Dopo Barbecue, il regista francese Éric Lavaine torna al cinema il prossimo 25 agosto con una nuova commedia intitolata Torno Da Mia Madre. Incentrato sul tema della famiglia, il film vede protagonisti Alexandra Lamy e Josiane Balasko.
Stéphanie (Alexandra Lamy) ha 40 anni, è divorziata e ha perso il lavoro. Si trova così costretta a tornare a vivere dalla madre Jacqueline (Josiane Balasko), che la accoglie a braccia aperte nel proprio appartamento. La convivenza non è facile e le strambe abitudini della madre si rivelano il pretesto per nascondere un piccante segreto. Quando tutti i fratelli si riuniscono per una cena, ecco che la tavola imbandita si trasforma in un campo di battaglia dove invidie e regolamenti di conti trovano spazio tra i gustosi piatti preparati da Jacqueline. Benvenuti in un universo ad alto rischio: la famiglia
Ecco qui di seguito un estratto dell’intervista rilasciata da Éric Lavaine
Com’è nato questo progetto?
Guardando dei reportage sulla “generazione boomerang”. Sotto questo aggettivo piuttosto divertente, si nasconde un dramma. Oltre alla “generazione Tanguy”, coloro che decidono tranquillamente di restare con i propri genitori, abbiamo anche quella “boomerang”, rappresentata da coloro che sono costretti o forzati a tornare a vivere dai genitori. Questo fenomeno, che ha colpito maggiormente i paesi del Sud Europa, a cominciare dalla Spagna, toccherà 410.000 Francesi adulti. Ci si ritrova costretti a tornare a vivere dai propri parenti generalmente a seguito di un licenziamento, a delle difficoltà economiche o a una rottura sentimentale. Quindi non è per scelta che si torna nel nido materno.
Per lei, è l’occasione di parlare della famiglia?
In questo film mi sono occupato della famiglia: una quarantenne che torna a vivere dalla mamma mi sembrava un buon pretesto per affrontare il tema. È una questione che mi tocca perché, come faccio dire a uno dei personaggi: “Adoro i miei genitori, ma da qui a passare la vita con loro… al massimo un week-end!”. È l’identità della famiglia: è il posto dei regolamenti di conti, del non-detto e dei conflitti, ma al tempo stesso è una base fondamentale.
Fare ridere raccontando di una quarantenne obbligata a tornare a vivere dalla madre perché disoccupata è stata una scommessa rischiosa…
Anche restando ancorati alla realtà si possono avere delle situazioni molto divertenti. Il dramma genera spesso la commedia. E la risata è un modo formidabile di comunicare delle sensazioni e delle idee. Il rischio che si corre è che le risate “spengano” l’emozione. Nel film è stato necessario dosarle per lasciare spazio anche allo smarrimento di Stéphanie.
Lei non esita a parlare della sessualità dei anziani.
L’altro aspetto che mi interessava nella situazione di una figlia che torna a vivere dalla madre, è che una volta adulti e si ha la fortuna di avere ancora i genitori, ci si sente ancora bambini. Si attribuisce al genitore la sola funzione di madre o padre, e si tralascia la loro funzione di amanti. Di colpo, parlare di sessualità degli anziani diventa un tabù: si nega ai nostri genitori il diritto di avere una vita sentimentale e sessuale. La visione infantile che ha Stéphanie di sua madre mi ha divertito.
Lei tratta anche del conflitto tra fratelli…
Quando mi sono accostato al soggetto, ciò che mi ha colpito, è stato che persone della “generazione boomerang” subiscono una doppia pena: non solo si confrontano con la loro sconfitta – ritrovarsi nella stanza della propria adolescenza è umiliante – ma i loro fratelli e sorelle non gli perdonano il fatto di rifugiarsi da mamma e papà. Pensano che se ne approfittino, e da qui parte una forma di gelosia.
Alla fine, il personaggio di Josiane Balasko è il solo ad avere una vita amorosa soddisfacente.
Esattamente! Sono sempre coloro che non consideriamo a essere i più felici. Nella nostra società, a causa delle convenzioni, tendiamo a rifiutare il fatto che i nostri genitori possano avere una vita amorosa e intima. I figli di Josiane Balasko dovrebbero gioire del fatto che la loro madre sia felice. Alla fine del film, è la madre che, malgrado l’età, è il personaggio più aperto: lei ha senza dubbio compreso la vita meglio degli altri. Penso che lei abbia qualcosa di molto moderno. Lei ha una doppia vita da molto tempo, senza che il marito o i figli se ne siano mai accorti.