Tratto dall’omonimo romanzo di Sofia Viscardi (edito da Mondadori, lo trovi QUI), giovedì 5 aprile esce al cinema Succede, il film diretto da Francesca Mazzoleni che ha come protagonisti i giovanissimi Margherita Morchio, Matteo Oscar Giuggioli, Matilde Passera. Nel cast ci sono anche Brando Pacitto e Francesca Inaudi.
Succede
Succede è l’intenso diario delle emozioni, delle sensazioni, dei sentimenti di Margherita/Meg (Margherita Morchio) e dei suoi amici, quattro adolescenti che condividono tutto: da un’alba milanese a un rifugio sul tetto, le sneakers blu, la camicia di jeans, la musica nelle cuffie, la scuola e i primi baci. C’è questo e molto altro in Succede: una storia di amore e amicizia in quel particolare momento della vita che è l’adolescenza, quando ogni evento è di estrema importanza, ogni emozione è assoluta, dove il passato e il futuro non hanno posto, solo il presente esiste ed ha importanza.
L’emotività delle prime volte
La regista Francesca Mazzoleni racconta così il film: “la sensazione che pervade Succede è quel particolare stato d’animo proprio dell’adolescenza: l’emotività accelerata delle prime volte, l’elettricità dei piccoli gesti, la valorizzazione e l’esplosione di un quotidiano che diventa improvvisamente magico, immenso”.
L’adolescenza
Riguardo all’adolescenza, la regista non può “non constatarne un’universalità di tappe e di emozioni che chiunque ha dovuto passare. Ed è lì, nella complessità dei rapporti umani, che il film si racconta: la perdita di fiducia nei confronti del mondo e di se stessi, l’arroccarsi nei valori che spesso funzionano da scudo, il capire come funziona così irrazionalmente un sentimento, quanto può essere sottile il confine tra amicizia e amore, tra un affetto protettivo con cui uno è abituato a crescere e la trasformazione di questo sentimento in qualcos’altro”.
Meg e la sua crescita
In questo racconto di formazione al femminile la giovanissima Meg, in piena crisi d’identità e di sfiducia verso il mondo esterno, maturerà qualcosa di importante: che un’esperienza, anche se dolorosa, vale comunque più della paura di viverla, che il rimorso è meglio del rimpianto. “C’è una positività del sentire che è alla base dei giovani del film – continua la Mazzoleni – che non sono pigri e nemmeno alienati, ma pieni di una vitalità e di una bontà che è propria di questa generazione. Fino ad arrivare a scoprire ragazzi che, crescendo, si ritrovano ad essere più adulti degli adulti che li circondano”.
Vita-Cinema
Riguardo ai giovani protagonisti della storia, Francesca Mazzoleni ha “voluto lasciarli liberi di sentire, di relazionarsi, di parlare, di far confluire il loro modo di essere nei rispettivi personaggi, in un cerchio vita-cinema senza soluzione di continuità. Dagli stessi ragazzi ho preso spunto per raccontare i modi di dire, l’utilizzo dei social, la vita a Milano, altra protagonista fondamentale del film: nel modo con cui oggi, in una città in cambiamento, i ragazzi vivono i loro spazi, dalle aree storiche alla città più nuova, in perenne mutamento e crescita, come i giovanissimi che la stanno vivendo”.