Viso irregolare, occhi di ghiaccio e gambe lunghissime: oggi è il 50° compleanno di Uma (Karuna) Thurman, una delle stelle del cinema di Hollywood che continua a brillare. Forse il nome di battesimo ha pre-determinato il suo destino: “Uma” è infatti la dea della bellezza e della luce, tra le divinità indù (Robert Thurman, il padre, è uno degli esperti mondiali del buddhismo).
Dagli esordi alla svolta di Pulp Fiction
Da giovanissima abbandona la scuola, per entrare nel mondo del cinema: a 15 anni sul palco della scuola capisce che vuole diventare un’attrice. Il debutto ufficiale arriva nel 1987 con il film Laura: un flop che le permette comunque di girare pellicole come Le Avventure del Barone di Munchausen di Terry Gilliam, Le Relazioni Pericolose di Stephen Frears, Cowgirl – Il Nuovo Sesso di Gus Van Sant. La svolta arriva però nel 1994 con Pulp Fiction di Quentin Tarantino: con questa pellicola viene consacrata tra le stelle del cinema americano, grazie al suo humour soffuso. Lei re-inventa l’immagine della dark lady: Mia Wallace non indossa abiti lunghi di pizzo e voile, porta pantaloni, trench e camicie con polsini mega. Il guardaroba organizzato dalla costumista Betsey Heimann è composto per lo più da capi e accessori di seconda mano o noleggiati (ante-litterman di una filosofia eco?). Tutto viene sistemato su misura, come i pantaloni che sono sempre troppo corti per le sue lunghissime gambe. Uma Thurman ha solo 24 anni e il suo twist con John Travolta diventa subito storia, mentre lei riceve il plauso dalla critica e una nomination agli Oscar come Migliore Attrice Non Protagonista.
Gattaca e l’incontro con Ethan Hawke
Dopo questo successo nel 1997 si concede alla pellicola sci-fi con risvolti thriller, Gattaca – La Porta dell’Universo: un gioiellino nel suo genere che solleva la critica sulla questione eugenetica e selezione artificiale dell’umanità, nonché il rapporto tra uomo-scienza-natura. Sul set della pellicola scritta e diretta da Andrew Niccol incontra Ethan Hawke che diventerà suo marito da 1998 al 2005. La carriera avanza con diversi ingaggi: dal feuilleton I Miserabili, al super-eroico The Avengers – Agenti Speciali, ad Accordi e Disaccordi di Woody Allen, al letterario The Golden Bowl firmato James Ivory. Poi, nel 2003, una nuova pagina firmata Quentin Tarantino: Kill Bill.
I due volumi di Kill Bill
Violento, dinamico e colmo di omaggi e citazioni, Kill Bill è una pellicola-simbolo della filmografia tarantiniana. Non è un caso che da qualche mese diversi rumors sostengono che verrà girato un nuovo capitolo (e intanto, nell’ultimo film C’era una volta a Hollywood, il regista ha voluto nel cast la figlia di Uma, la ventunenne Maya Hawke). L’idea cinematografica – composta dal Volume I (2003) e dal Volume II (2004) – nasce sul set di Pulp Fiction, e si può leggere come un omaggio alla musa di Quentin. Come dichiarato in diverse interviste, attrice e regista avevano inizialmente scherzato sulla realizzazione effettiva del progetto, e solo successivamente ai rispettivi impegni lavorativi e privati riescono a concretizzare l’idea. È interessante come la donna protagonista, Beatrix Kiddo, esce dallo stereotipo: nonostante le numerose citazioni del cinema nipponico, qui il personaggio femminile non incarna il sesso sottomesso o passivo, piuttosto è l’ira, la furia e la vendetta. Con indosso una tuta e un paio di Tiger gialle, lo sguardo glaciale e penetrante, Beatrix Kiddo mostra la sua capacità di azione, come soggetto attivo.
Brava in tutti i ruoli (e generi)
Gli anni 2000 hanno visto Uma Thurman come attrice di rilievo in diversi film di diverso genere: dall’action Paycheck di John Woo (2003), alla commedia Be Cool di F. Gary Gray (2005), dal bellissimo Prime di Ben Younger (2005, al fianco di Meryl Streep) al musical The Producers – Una Gaia Commedia Neonazista di Susan Stroman (2005), e poi ancora fantacommedia in La Mia Super Ex-Ragazza di Ivan Reitman (2006), dramma in Davanti Agli Occhi di Vadim Perelman (2007), screwball comedy romantica con Un Marito di Troppo di Griffin Dunne (2008), commedia indipendente in Motherhood – Il Bello di Essere Mamma di Katherine Dieckmann (2009), fantasy in Percy Jackson e Gli Dei Dell’Olimpo – Il Ladro di Fulmini di Chris Columbus (2010), dramma erotico in Bel Ami – Storia di un Seduttore di Declan Donnellan e Nick Ormerod (2012), commedia sentimentale in Quello Che So Sull’Amore del nostro Gabriele Muccino (2012), comico in Comic Movie (2013, di registi vari), spy story in The Brits Are Coming – La Truffa è Servita di James Oakley (2018) e horror nel recente Dark Hall di Rodrigo Cortés (2018).
I due film (estremi) con Lars Von Trier
Un capitolo finale a parte meritano le sue due collaborazioni con Lars Von Trier: prima nel chiaccheratissimo Nymphomaniac (2013) e poi nel più recente La Casa di Jack. Due prove brevi ma intense che da sole valgono il prezzo del biglietto. Perchè Uma Thurman è ancora bellissima ma è sempre stata altrettanto brava.
Selene Oliva