C’è molta Italia in questo primo vero giorno della 74. Mostra veneziana. A partire da Casa d’Altri, il documentario breve (16′), presentato Fuori Concorso, realizzato da Gianni Amelio che racconta la drammatica situazione di Amatrice a un anno di distanza dal tremendo terremoto. Ma oggi i grandi protagonisti sono gli Eventi e le Proiezioni Speciali dei Venice Days – Le Giornate Degli Autori. Su tutti, Il Tentato Suicidio Nell’Adolescenza (T.S. Giovanile) del maestro Ermanno Olmi, un documentario, inedito, realizzato nel 1968.
La scorsa primavera, all’interno dell’archivio della Fondazione Luigi Micheletti a Brescia, ad opera di un archivista dell’Istituto Luce e di un collega della Fondazione Micheletti, è avvenuta una scoperta inattesa e importante. Dentro quattro scatole, delle milleduecento contenute nel Fondo, siglate semplicemente T.S., si conservava un mediometraggio documentario inedito, sconosciuto, a firma di Ermanno Olmi. La moviola ne rivelava il titolo: Il Tentato Suicidio nell’Adolescenza (T.S. Giovanile). L’anno, il 1968. Il cartello in testa alla pellicola con il marchio di una multinazionale farmaceutica, la Sandoz, ne indica la probabile natura di commissione su un tema sensibile, in un anno cruciale nella storia dei giovani.
Il documentario racconta i primi pionieristici anni di attività di un reparto psichiatrico d’urgenza presso il Policlinico di Milano, una struttura sperimentale per l’epoca diretta da un grande psichiatra, Carlo Lorenzo Cazzullo. Un padiglione dedicato ai casi di emergenza per tentato suicidio, con un’incidenza drammatica di adolescenti. Ci sono interviste, statistiche, storie personali. C’è, in piccolo, un sorprendente palinsesto del cinema di Olmi: per tagli, ritmi, empatia, scelta dei volti, degli sguardi.
Il documentario di Olmi non risulta essere mai stato proiettato in una pubblica sede; non figura in alcuna delle tante filmografie del regista redatte negli anni. Ci appare, dalla moviola, come un film nuovo, inedito, ritrovato, soprattutto perché ci si ritrova conservato il suo cinema degli anni Sessanta e Settanta, e il tocco di sempre del suo autore.
Proiezione Speciale sarà invece Raccontare Venezia, documentario al femminile diretto da Wilma Labate. Protagonista una giovane attrice (Silvia D’Amico) in viaggio a Venezia ripercorre i luoghi e le atmosfere di alcuni celebri film girati nella città lagunare. Nel percorso rivive i fasti della classicità, della decadenza e della modernità di un luogo unico al mondo. «Per accostarmi a questo lavoro con il dovuto pudore, ho scelto la Venezia meno appariscente che pure nasconde luoghi d’incommensurabile bellezza – racconta Wilma Abate – qualche volta mi sono sorpresa a considerare l’ipotesi di una supposta generosità della città, ma Venezia forse è un poco avara di complicità e ricca di bellezza, talmente tanto che provoca imbarazzo. Quell’acqua crea una distanza, una non confidenza, e il rischio di dire banalità, quando il confronto è così alto, è sempre in agguato».
Parliamo infine di I’m (Endless Like the Space), interessante pellicola (proiettata come Evento Speciale) di Anne Riitta Ciccone con Barbora Bobulova e la giovane Mathilde Bundschuh che interpreta Jessica, una diciassettenne che vive in un mondo che a prima vista potrebbe essere quello nostro. Ma qualcosa non torna, potremmo anche trovarci in un futuro prossimo o in un’altra dimensione. Il punto è che, qualunque sia la natura del mondo in cui vive, i sentimenti e i problemi che ha Jessica sono gli stessi del nostro mondo. La paura di un futuro spaventoso sembra preoccupare tutti intorno a lei e l’unica soluzione sembra “essere identici agli altri”. Lei, però, ha un sogno e un talento. Peccato che il pianeta su cui vive rifiuti chiunque provi a cambiare o a migliorare la propria vita. L’isolamento e la sopraffazione possono a volte portare a credere di non avere più niente da perdere.