Tratto dall’omonimo romanzo di Rosalie Ham, è da oggi al cinema The Dressmaker – Il Diavolo è Tornato, il film diretto da Jocelyn Moorhouse che racconta è la storia di Tilly Dunnage, affascinante e talentuosa sarta e creatrice di moda interpretata da una strepitosa Kate Winslet. Accanto alla diva, sul set hanno recitato: Judy Davis, Liam Hemsworth, Hugo Weaving e Caroline Goodall.
1951. Tilly Dunnage (Kate Winslet), affascinante e talentuosa stilista, dopo aver lavorato per anni per i più grandi atelier parigini di haute couture, decide di far ritorno a Dungatar, un piccolo paesino nel sud est dell’Australia. Dopo quasi 20 anni di assenza, Tilly, che – ancora bambina – ha dovuto abbandonare la città natale in seguito a un tragico evento, torna per stare accanto all’eccentrica madre, Molly (Judy Davis), e affrontare un passato scomodo e doloroso. Nel cuore di Tilly matura un desiderio di vendetta. A Dungatar tutti conoscono Tilly. Ottusi, curiosi, scontrosi e poco socievoli, gli abitanti di Dungatar difendono un equilibrio precario, consapevoli che nessun segreto è davvero al sicuro. Il ritorno di Tilly in città fa vacillare questo labile equilibrio. La minaccia si veste di strane ed esotiche stoffe, giunte dalla Francia fino a Dungatar a bordo di cassapanche cariche di tessuti.
Il sergente Farrat (Hugo Weaving) è il primo a notare con quanta grazia e passione Tilly dia vita alle proprie creazioni, fatte di seta e fili pregiati. È lui a giocare il ruolo di interfaccia tra Tilly e gli altri abitanti del paese, che non hanno dimenticato la tragedia di cui hanno sempre creduto colpevole Tilly – tanto da indurla a partire e ad esiliarsi in Francia.
Tilly sente di essere stata ingiustamente accusata, ma non ha un chiaro ricordo di quanto accaduto. Gli abitanti di Dungatar, attratti dalle sue incredibili abilità sartoriali, la aiuteranno più o meno consapevolmente a ricostruire il mosaico della verità, tessera dopo tessera. Gli abiti meravigliosi che Tilly sa creare diventano un’arma contro i suoi detrattori. Ma la vendetta si paga a caro prezzo. La posta in gioco si fa alta quando Evan Pettyman (Shane Bourne), che nutre nei confronti di Tilly e Molly un odio viscerale, assume Una Pleasance (Sacha Horler), una stilista di Melbourne, perché metta in difficoltà Tilly e decreti la fine della sua carriera.
In questo percorso, tuttavia, Tilly impara anche ad aprire il cuore e a dispetto di ogni idea precostituita si innamora del più grande giocatore di football del luogo, Teddy McSwiney (Liam Hemsworth). Cosa ancora più sorprendente, riesce a riannodare quel sottile e fragile filo che la lega teneramente alla madre Molly. In una spietata competizione a colpi di ago e filo, la trasformazione degli abitanti di Dungatar passa dai loro piccoli e grandi difetti, rivelando quanto siano aridi e vuoti i loro cuori.
The Dressmaker è stato il primo romanzo di Rosalie Ham, pubblicato nel 2000. La produttrice Sue Maslin ha letto il libro e si è innamorata dell’atmosfera in cui è immersa l’azione, mai nostalgica o sentimentale, ma concreta, reale, tragica e ironica al tempo stesso. Una visione realistica della vita di paese, dove tipicamente tutti conoscono tutti e tutto e dove puoi tollerare ed essere tollerato anche negli eccessi, finché dura. Il personaggio di Tilly Dunnage sembrerebbe, almeno in parte, ispirato alla madre di Rosalie: “mia madre faceva la sarta a Jerilderie – racconta la Ham – era divorziata, e questo all’epoca aveva sollevato un piccolo polverone. Da figlia, notavo la differenza tra lei e le altre donne. Volevano tutte i vestiti che cuciva lei”. Tilly torna a Dungatar con un netto senso di inferiorità, ma con “una bellezza e un’abilità sartoriale che la rendono superiore a qualsiasi altra donna: ecco, era questo che volevo esprimere”.
A sceneggiare e dirigere la versione cinematografica è stata la regista Jocelyn Moorhouse: “è una storia irresistibile, l’idea di questo tipo di vendetta mi piace molto, è il sentimento che spinge una donna come Tilly a voler punire chi le ha fatto del male in passato. Mi piace molto il personaggio di Tilly, una donna fortissima avvolta dal mistero e da un passato tragico. La relazione madre-figlia che Tilly instaura con Molly è stato un altro elemento determinante. La storia d’amore, infine, passionale ma anche ironica e oscura, con il giocatore di football, ha delle caratteristiche che puntano dritto alle emozioni”.
La Moorhouse ha voluto creare, nella sceneggiatura e sullo schermo, un’atmosfera quasi western: “un paesaggio archetipico, difficile, duro da affrontare, un paesaggio in cui uomini e donne devono lottare per sopravvivere, ma in cui, al tempo stesso, sono accompagnati da un sottile senso dell’umorismo e, soprattutto, dello stile. Per questo, ho pensato a un’atmosfera quasi da leggenda, un piccolo, anonimo paesino con un segreto, che cerca di scacciare un angelo sceso dal cielo per scatenare la propria vendetta”.
Ad interpretare la protagonista è una fantastica Kate Winslet: “Quando ho letto per la prima volta la sceneggiatura, ho notato quanto questa donna sia diversa da tutte le altre: in lei c’è una forza incrollabile, a volte quasi aggressiva; è una donna che ha dovuto affrontare sfide importanti per diventare quella che è”. Inoltre Tilly è Australiana e alla Winslet è sempre piaciuto interpretare personaggi che vengono da paesi lontani: “mi sono lasciata trasportare dalla sua storia, dal suo essere circondata dagli abitanti di Dungatar, tanto che durante le riprese abbiamo chiamato anche gli abitanti del posto – la sua storia si muove su uno sfondo ironico, divertente. È una commedia dark, talvolta strana, che dipinge un’affascinante relazione madre-figlia”.
La produttrice Sue Maslin spiega con queste parole il personaggio di Tilly: “Il tema principale del film è la vendetta, intesa come necessità, ma anche come idea ironica. Tilly ha bisogno di capire perché sia stata incolpata della morte di Stewart e allontanata dal villaggio, e perché sua madre sia stata punita per i lunghi anni della sua assenza, ma – cosa ancora più importante – Tilly ha bisogno di riconciliarsi con se stessa per quanto accaduto. In altre parole, ha bisogno di auto-assoluzione. E non può farlo isolandosi”. Tilly è una donna vulnerabile, ma capace di nascondere molto bene le sue fragilità: “è una donna riservata, osservatrice ma anche istintiva – continua Rosalie Ham – conosce bene il mondo e sa distinguere il bene dal male. È una donna che sa vendicarsi, ma non attraverso atti cruenti. La sua vendetta è molto più sottile: Tilly porta i suoi detrattori a rovinarsi con le proprie mani. La sua presenza in sé provoca il caos, o grande gioia”.
A far da sfondo alla storia (completamente ricostruita) è Dungatar, non una città reale, ma un paesino sperduto che potrebbe trovarsi in qualunque posto del mondo e che, malgrado la sua aura fantastica e i suoi abitanti eccentrici, ruota attorno a profonde verità e a comportamenti tipicamente umani. Jocelyn Moorhouse commenta: “È il tipo di città dove non vorresti mai tornare, pieno di gente fastidiosa, e di segreti scomodi. Tutti sanno tutto di tutti e tutti sono tenuti in scacco da qualcos’altro”.
Ora che il suo romanzo è diventato un film, Rosalie Ham spera che il pubblico possa emozionarsi: “credo che gli spettatori lasceranno le sale pensando ai grandi temi affrontati dal film: l’ipocrisia, il bigottismo, nonché la drammatizzazione di tutti quei grandi temi della vita. Grazie a questi elementi, al divertimento e a tutta la moda che si vede nel film, per l’audience l’esperienza sarà entusiasmante. Credo che il cinema dovrebbe essere proprio questo”.
“Tilly ha un talento particolare, unico. Ha un senso della grazia e dell’eleganza che gli altri non hanno”.
Kate Winslet