Presentato in anteprima e in Concorso alla 70ª edizione del Festival di Cannes, domani esce al cinema A Beautiful Day – You Were Never Really Here, un film scritto e diretto dalla regista Lynne Ramsay, basato su un racconto di Jonathan Ames. Strepitoso protagonista è Joaquin Phoenix, vincitore a Cannes del Premio per la Miglior Interpretazione Maschile, secondo riconoscimento al film oltre a quello per la Miglior Sceneggiatura.
Joe, il liberatore
Joe (Joaquin Phoenix) è un ex marine e agente FBI, che vive nella sua casa d’infanzia e si prende cura della madre. La sua vita, però, non è facile perché è tormentata da continui flashback del suo passato violento. Disposto a sacrificarsi pur di salvare delle vite innocenti, Joe si guadagna da vivere liberando delle giovani ragazze dalla schiavitù sessuale.
Un gioco sporco più grande
Un giorno viene contattato da un famoso politico newyorkese, che crede che sua figlia Nina (Ekaterina Samsonov) sia stata rapita da una di queste organizzazioni e che sia stata costretta a prostituirsi. Il coraggioso ex militare accetta il lavoro e grazie al suo sangue freddo riesce a liberare la ragazzina, ma scopre che dietro al suo rapimento ci sono delle persone corrotte e molto potenti. Così Joe si rende conto che questa volta si tratta di una faccenda molto più grande di lui e che per risolverla avrà bisogno di aiuto.
L’Influenza di Taxi Driver
Durante la realizzazione del film, Lynne Ramsay ha “avuto l’impressione di vivere io stessa un’esperienza post-traumatica perché la storia del film ha un’influenza forte sulla mente”. Riferendosi al superbo Taxi Driver di Martin Scorsese, la regista afferma: “è ovviamente un film magnifico che tratta il genere in modo molto interessante, ma non ci ho pensato particolarmente girando il mio. C’è forse qualche riferimento qua e là, ma non era voluto. Di fatto, ho amato molti film di genere durante la mia giovinezza e forse mi hanno ispirato”.
Approfondire i personaggi
Nonostante i suoi punti di riferimento cinematografici, la Ramsay con A Beautiful Day ha voluto approcciarsi al racconto di genere in maniera diversa: “penso che la maggior parte dei cineasti abbia un approccio psicologico e un interesse per la questione della condizione umana. Per ciò che mi riguarda, amo approfondire i personaggi con la loro bellezza, i loro difetti, i loro diversi aspetti”.