Presentato in anteprima alla 12. Festa del Cinema di Roma, domani esce al cinema The Place, il nuovo film diretto da Paolo Genovese interpretato da un ricco cast che comprende: Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Alba Rohrwacher, Vittoria Puccini, Rocco Papaleo, Silvio Muccino, Silvia D’Amico, Vinicio Marchioni, Alessandro Borghi, Sabrina Ferilli e Giulia Lazzarini.
Un misterioso uomo è sempre seduto in un bar (Valerio Mastandrea), al tavolo in fondo. Sta sempre lì, giorno e notte, riceve visite di continuo. È sempre pronto ad esaudire i più grandi desideri di otto visitatori, in cambio di compiti da svolgere. Ognuno dei suoi clienti vuole qualcosa, è spinto da un desiderio profondo, un desiderio difficile da realizzare, se non impossibile. Eppure tutto per quell’uomo sembra possibile. “Si può fare”, ripete a ciascuno. C’è un prezzo da pagare, però. Quanto saranno disposti a spingersi oltre i protagonisti per realizzare i loro desideri?
La domanda che però si pone lo spettatore è: chi è quell’uomo e chi stabilisce le regole? “Non è importante – risponde il regista Paolo Genovese – quell’uomo rappresenta quel qualcosa con cui facciamo i conti quando dobbiamo prendere una decisione cruciale: per qualcuno è Dio, per altri il Diavolo, o la propria coscienza, ognuno usa uno specchio diverso”. Per Valerio Mastandrea, che ne veste i panni, è “semplicemente qualcuno che non esiste: tutti i miei clienti in realtà parlano da soli”.
Per Paolo Genovese – che si sposta dalla tavolata di Perfetti Sconosciuti a quella di un bar – le “scelte e le conseguenze riguardano solo gli uomini che si siedono davanti a lui in quel caffè, sta a loro definire cosa è il bene e cosa è il male, completamente liberi di scegliere la loro strada”. Sono quegli uomini bisognosi di miracoli che, di volta in volta, tornano a raccontare come procede la loro vita tessendo una trama in cui le loro storie s’intrecciano, si complicano e si fanno sempre più tese, magnifiche o terribili, tragiche o piene di poesia. “E nemmeno quell’umile intermediario, davanti a tanta umanità, riuscirà più a rimanere impassibile” conclude (e ci anticipa) Genovese.