La 71esima Mostra del cinema veneziana si sta avviando alla conclusione. Oggi vi parliamo di tre film, ciascuno appartenente ad una categoria diversa. Iniziamo con quello in Concorso, ovvero Chuangru Zhe (Red Amnesia) del cinese Wang Xiaoshuai.
Ambientato in Cina, il film racconta la vita di Deng, una vedova in pensione dal carattere caparbio. Dedica le sue giornate a prendersi cura della madre anziana e dei due figli, ormai grandi, noncurante degli sforzi che tutti fanno per alleggerirla dalle fatiche quotidiane. Questa routine inizia a vacillare quando Deng comincia a ricevere strane telefonate anonime, che si trasformano in vero e proprio fenomeno di stalking. Cosa sta succedendo? Chi potrebbe avere qualcosa contro di lei e perché?
L’idea del film è nata dalla storia personale del regista: “dopo la morte di mio padre, mia madre, che ha settant’anni e vive da sola, vuole ancora occuparsi di me e dei suoi nipoti. La sua vita mi ha fatto riflettere sul modo in cui vivono i cinesi. La sua generazione ha perso la coscienza di sé. Non sanno più chi sono e come può essere la vita. Nati verso il 1949, dopo l’instaurarsi della Repubblica Popolare, sono andati a scuola e hanno vissuto le diverse fasi politiche che hanno attraversato il paese. Hanno subito un lavaggio del cervello e sono diventati insensibili, per questo hanno un’esistenza vuota“.
Xiaoshuai sottolinea inoltre che “la vecchia signora di Chuangru Zhe si intromette nella vita degli altri e la nostra generazione e quelle future potrebbero perpetuare queste intromissioni nella vita altrui. Ognuno di noi è marchiato, in un modo tutto cinese. Non abbiamo scampo. Chuangru Zhe parla di noi come siamo oggi, di come stiamo dimenticando i danni che abbiamo subito. Se la situazione rimane invariata, continueremo a subire le intromissioni altrui, o a intrometterci a nostra volta nella vita degli altri, a causa della profonda intromissione che abbiamo subito nei pensieri e nella coscienza“.
Passando alla sezione Orizzonti, sarà invece proiettato l’intenso Theeb, diretto da Naji Abu Nowar, una vicenda ambientata nel 1916 nella provincia di Hejaz, facente parte dell’Impero Ottomano. Una tribù beduina vaga per il deserto mentre, a sua insaputa, il resto del mondo è in guerra. Theeb (il bravissimo Jacir Eid), passa le sue giornate giocando con il fratello maggiore Hussein. Le loro vite sono interrotte dall’arrivo di Edward, un ufficiale dell’esercito inglese, e della sua guida Marji. I due chiedono di essere guidati verso un antico pozzo romano che si trova sulla vecchia strada del pellegrinaggio per la Mecca. Il pozzo però è in un territorio pericoloso, conosciuto per essere terreno di caccia per i predoni beduini.
“Secondo la legge beduina, se uno straniero arriva alla tua tenda e chiede rifugio, devi offrirgli protezione finché il pericolo non sia superato: questo imperativo viene chiamato legge del Dakheel e, a prescindere dalla circostanze, proteggere il “Dakheel” è considerato un dovere sacro del padrone di casa” ha spiegato il regista della pellicola. Da quelle parti la reputazione di un uomo dipende da “come si comporta in queste circostanze difficili. Più la situazione è impossibile, maggiore è il rispetto che riceve per aver rispettato la legge”. Tutte usanze che nascono dall’ambiente dei beduini, il deserto.
Naji Abu Nowar ricorda come i beduini siano “famosi per la loro generosa ospitalità poiché nel deserto bisogna poter contare sulla gentilezza degli estranei per sopravvivere. Il territorio è troppo aspro e l’acqua e il cibo troppo scarsi per comportarsi in maniera egoista. È stata la combinazione tra una cultura basata sulla cooperazione per la sopravvivenza e un dilemma morale del tipo del “Dakheel” a fornire l’idea iniziale di Theeb. Che cosa succederebbe se vi trovaste nei guai assieme al vostro peggior nemico ma aveste bisogno del suo aiuto per sopravvivere? Come si svilupperebbe questa relazione?”.
Grande attenzione sarà come riservata, anche se Fuori Concorso, al nuovo film di Joe Dante, dal macabro titolo Burying The Ex (Seppellendo l’Ex). Max (Anton Yelchin) è un bravo ragazzo che decide di andare a vivere con Evelyn (Ashley Greene), la sua bellissima ragazza. La loro relazione però diventa complicata quando Evelyn si rivela un incubo, maniaca del controllo e manipolativa. Max vuole troncare al più presto la storia, ma ha paura di dirlo a lei. Il caso gli viene in soccorso quando Evelyn è coinvolta in un incidente e muore. Max incontra dopo non molto tempo Olivia (Alexandra Daddario), una ragazza carina che potrebbe essere la sua anima gemella. Scopre presto che Evelyn è risorta dalla tomba e determinata a riprendersi il suo fidanzato, che potrebbe a sua volta diventare uno zombie.
“Ho sempre creduto che i migliori film di zombi fossero quelli in cui i non-morti sono una metafora di un tema più grande e universale: come i rapporti interrazziali in Night of the Living Dead, la paura della malattia in 28 Days Later, o il consumo di massa, come gli zombi senza cervello che attaccano un centro commerciale in Dawn of the Dead” ha rivelato Joe Dante. “Eppure – continua il regista – con tutta la “spettacolarizzazione” del genere che è seguita negli anni, nessuno ha mai usato uno zombi per impersonare una ex che non vuole andarsene, almeno finora. Burying the Ex è uno zom com, una nuova interpretazione dei generi della commedia romantica/zombi che proverà una volta per tutte che certi rapporti non muoiono mai…”.