Ci sarà l’Italia oggi in Concorso alla 75. Mostra del Cinema di Venezia. Sarà infatti presentato Capri-Revolution, il nuovo film diretto da Mario Martone che vedrà all’opera un vasto cast: Marianna Fontana, Reinout Scholten van Aschat, Antonio Folletto, Gianluca Di Gennaro, Eduardo Scarpetta, Jenna Thiam, Ludovico Girardello, Lola Klamroth, Maximilian Dirr, Donatella Finocchiaro. Il film uscirà nelle nostre sale il prossimo 13 dicembre.
Capri-Revolution
Siamo nel 1914, l’Italia sta per entrare in guerra. Una comune di giovani nordeuropei ha trovato sull’isola di Capri il luogo ideale per la propria ricerca nella vita e nell’arte. Ma l’isola ha una sua propria e forte identità, che si incarna in una ragazza, una capraia il cui nome è Lucia (Marianna Fontana). Il film narra l’incontro tra Lucia, la comune guidata da Seybu (Reinout Scholten van Aschat) e il giovane medico del paese (Antonio Folletto). E narra di un’isola unica al mondo, la montagna dolomitica precipitata nelle acque del Mediterraneo che all’inizio del Novecento ha attratto come un magnete chiunque sentisse la spinta dell’utopia e coltivasse ideali di libertà, come i russi che, esuli a Capri, si preparavano alla rivoluzione.
Mario Martone racconta:
“Il film prende spunto dalla comune che il pittore Karl Diefenbach creò a Capri all’inizio del Novecento. Nel film tutto viene rielaborato con la più totale libertà: l’azione si sposta più avanti, alla vigilia della prima guerra mondiale, e il protagonista lascia la vecchia pelle del pittore spiritualista Diefenbach per tramutarsi in un giovane artista performativo, la cui filosofia deriva dai concetti che verranno elaborati molti decenni più avanti da Joseph Beuys. Di Diefenbach era interessante soprattutto la scelta di praticare l’arte dentro una radicale rivoluzione umana, in cui il rapporto con la natura diventa centrale. Le scelte compiute in anni lontanissimi dalla comune di Capri, come da quella di Monte Verità in Svizzera, parlano direttamente al nostro tempo, in cui la questione di che senso dare al progresso e al rapporto tra uomo e natura è centrale per la sopravvivenza stessa degli esseri umani”.
The Nightingale
Secondo film in gara oggi è The Nightingale di Jennifer Kent, ambientato nel 1825. Clare, una giovane detenuta irlandese, attraversa il selvaggio e aspro paesaggio della Tasmania per dare la caccia a un ufficiale britannico, spinta dalla vendetta per un terribile atto di violenza che l’uomo ha commesso nei confronti della sua famiglia. Per portare a termine l’impresa, si avvale di una guida aborigena di nome Billy, che a sua volta è traumatizzato da un passato intriso di violenza.
“Volevo raccontare una storia di violenza – racconta Jennifer Kent – in particolare, le conseguenze della violenza da una prospettiva femminile. A questo fine, ho ripercorso la storia del mio paese. La colonizzazione dell’Australia è stata un’epoca contrassegnata dalla violenza: nei confronti degli aborigeni, delle donne e del paese stesso, strappato ai suoi primi abitanti”.
“Per sua natura, la colonizzazione è un atto brutale – conclude la Kent – e l’arroganza che l’ha contraddistinta persiste nei tempi moderni. Per questo motivo, ritengo che questa storia sia attuale a dispetto della sua ambientazione nel passato. Sulla questione della violenza, non ho tutte le risposte. Ma ritengo che si trovino nell’umanità, nell’empatia che dimostriamo a noi stessi e al nostro prossimo”.