First Man (titolo italiano: Il Primo Uomo) diretto da Damien Chazelle e interpretato da Ryan Gosling, Jason Clarke e Claire Foy, prodotto dalla Universal Pictures, è il film di apertura di stasera, in Concorso, della 75. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica . First Man sarà proiettato nella Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido di Venezia.
Sulla scia del loro successo premiato con 6 Oscar, La La Land, il regista Damien Chazelle e la star Ryan Gosling fanno di nuovo squadra per First Man, l’avvincente storia della missione della Nasa per far sbarcare un uomo sulla luna, concentrandosi sulla figura di Neil Armstrong negli anni dal 1961 al 1969. Profondo resoconto narrato in prima persona, il film esplora i sacrifici e il costo – per Armstrong e per gli Stati Uniti – di una delle missioni più pericolose della storia. Resoconto viscerale, basato sul libro di James R. Hansen, il film esplora i sacrifici e il costo, per Armstrong e per l’intera nazione, di una delle missioni più pericolose della storia.
Damien Chazelle racconta: “prima di iniziare a lavorare a First Man, conoscevo la storia della missione sulla Luna, la storia di successo di una conquista leggendaria… ma nulla di più. Dopo avere iniziato a esplorare il tema in profondità, sono rimasto sbalordito di fronte alla follia e al pericolo dell’impresa: il numero di volte in cui è stata sull’orlo del fallimento così come il pesante tributo costato a tutte le persone coinvolte. Volevo capire cosa potesse avere spinto quegli uomini a intraprendere un viaggio nella vastità infinita dello spazio, e quale sia stata l’esperienza vissuta, momento dopo momento, passo dopo passo. E per poter capire dovevo necessariamente addentrarmi nella vita privata di Neil“.
Il regista, in conclusione, descrive così il suo First Man: “questa è una storia che doveva essere articolata tra la Luna e il lavello della cucina, tra l’immensità dello spazio e il tessuto della vita quotidiana. Ho deciso di girare il film come un reportage, e di catturare sia la missione nello spazio che i momenti più intimi e privati della famiglia Armstrong come un testimone invisibile. Speravo che questo approccio potesse mettere in luce il tormento, la gioia, i momenti di vita vissuta e perduta in nome di uno dei traguardi più celebri della storia: lo sbarco sulla Luna“.