Domenica 15 dicembre (ore 16.00, Palazzo Marino, Sala Consiliare, Piazza della Scala 2) e lunedì 16 dicembre (ore 21.00 – Arci Bellezza, Via Bellezza 16/a, serata evento in sostegno della campagna su Produzioni dal Basso) sono le due date milanesi delle anteprime di Pino, Vita Accidentale Di Un Anarchico, il documentario animato diretto da Claudia Cipriani che ricorda la figura di Giuseppe Pinelli a 50 anni dalla strage di piazza Fontana. Obiettivo del film è far conoscere la sua storia ai giovani, anche grazie al contributo delle sue figlie, Claudia e Silvia Pinelli.
La storia di Giuseppe Pinelli
Quella di Giuseppe Pinelli è una storia già conosciuta, raccontata in molte testimonianze, numerosi libri e opere teatrali di cui la più famosa è Morte Accidentale Di Un Anarchico di Dario Fo. L’intento è quello di raccontarla da un punto di vista inedito: saranno i ricordi delle figlie che, un passo alla volta, ci faranno conoscere Giuseppe Pinelli. Il racconto di Claudia e Silvia Pinelli comincia nel 1969, quando avevano 8 e 9 anni e si conclude il 9 maggio del 2009 quando la famiglia è stata ricevuta al Quirinale dal Presidente Giorgio Napolitano che, in quell’occasione, definì Pinelli “la diciottesima vittima della strage di Piazza Fontana”.
Il punto di vista delle bambine permette di entrare gradualmente in una storia complessa e intricata: man mano che le due crescono, aumenta anche il loro livello di consapevolezza, s’infittisce l’insieme di informazioni, si articola il discorso politico e il contesto storico. Contemporaneamente si sviluppa la storia personale di Giuseppe Pinelli, insieme all’evoluzione degli accadimenti storici di cui quella storia è riflesso: le contestazioni a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, la “strategia della tensione”, l’Europa divisa in due blocchi. Per chi già conosce la storia di Pinelli, il racconto delle figlie permette di esplorare, insieme al contesto politico, anche quello emotivo, famigliare e dunque più intimo. Pino, Vita Accidentale Di Un Anarchico racconta non solo la morte di Pinelli, ma anche la sua vita, le sue idee, i suoi affetti.
Claudia Cipriani racconta…
“Il mio è insieme un film d’animazione e un documentario con fotografie e filmati d’epoca; pensato principalmente per un pubblico giovane o che non conosce nei dettagli le vicende narrate. Volevo raccontare questa storia da una prospettiva che facilitasse la comprensione del contesto storico e al contempo creasse empatia e suscitasse emozione. Per questo ho scelto di non ricorrere a interviste. La storia è raccontata attraverso una grafica d’animazione, realizzata appositamente per questo lavoro. Faranno da contrappunto ai disegni animati alcuni inserti corredati da immagini di repertorio (foto e video) e musiche d’epoca. Queste sequenze, che chiariranno il contesto storico e politico, saranno essenziali per comprendere come una storia apparentemente piccola, sia diventata parte della Storia del Paese. Una storia piccola che divenne così importante da segnare una frattura fondamentale: a partire da lì, molte cose sono in Italia, non sono più state come prima“.