Diretto da Steven Spielberg e sceneggiato dal Premio Pulitzer Tony Kushner, giovedì 23 dicembre arriva nelle nostre sale West Side Story, un nuovo adattamento cinematografico – dopo la pellicola diretta da Robert Wise e Jerome Robbins nel 1961 – dello spettacolo di Broadway originale del 1957, ideato, diretto e coreografato da Jerome Robbins, con libretto di Arthur Laurents, testi di Stephen Sondheim e musiche di Leonard Bernstein. Allegoria molto attuale dell’America di oggi, ancora divisa da razzismo e pregiudizi, questo nuovo musical si avvale delle coreografie di Justin Peck.
Il film
Versione moderna del Romeo e Giulietta di William Shakespeare, questa rivisitazione di West Side Story è ambientata nell’estate del 1957 e racconta la tragica storia d’amore tra Tony (Ansel Elgort) e María (la debuttante Rachel Zagler), appartenenti rispettivamente alle due fazioni contrapposte dei Jets, composta da americani bianchi, e degli Sharks, formata da immigrati portoricani. Le due gang sono in continua lotta per il controllo dell’Upper West Side e a far da teatro a questa ferocia rivalità sono le confinanti strade di Lincoln Square (Jets) e San Juan Hill (Sharks).
Da Broadway al cinema
West Side Story fu creato da quattro geni indiscussi, il regista e coreografo Jerome Robbins, il compositore Leonard Bernstein, il paroliere Stephen Sondheim e il drammaturgo Arthur Laurents – e venne rappresentato per la prima volta a Broadway il 26 settembre del 1957 al Winter Garden Theater, dove rimase in scena per 732 repliche. Ma il vero successo arrivo tre anni e mezzo dopo grazie all’omonimo film diretto da Robert Wise e Jerome Robbins nel 1961 che si aggiudicò 10 Oscar, ottenendo premi per la Miglior Regia di Robbins e Wise, per le interpretazioni di Rita Moreno (presenta anche in questa nuova versione) e George Chakiris, e per la fotografia, il montaggio e molto altro. Grazie a questo successo, il musical originale diventò un fenomeno culturale.
Steven Spielberg racconta…
“Prendere un capolavoro e rivisitarlo da un’altra prospettiva e con un’altra sensibilità, senza compromettere l’integrità di quella che è generalmente considerata la più grande partitura musicale mai scritta per il teatro, era piuttosto spaventoso. Ma sono convinto che le grandi storie debbano essere raccontate all’infinito, in parte anche per rispecchiare prospettive e periodi storici differenti. Sapevamo di dover realizzare un film adatto ai nostri tempi, con una comprensione contemporanea e valori contemporanei con cui siamo tutti d’accordo. La cosa più bella di questa storia è che, indipendentemente dai cambiamenti che avvengono nel mondo, ci offre lezioni universali. È una storia che cattura il pubblico da decenni, perché non è semplicemente una storia d’amore, ma anche un lavoro culturalmente significativo”.
Tony Kushner racconta…
“È una storia colossale e politica, ma al tempo stesso è più intima e personale che mai: parla di due giovani ragazzi che si innamorano pazzamente, ma poi il loro amore viene ucciso dal contesto politico che li circonda. Questa storia è un avvertimento: il razzismo, il nativismo e la povertà sono l’antitesi della democrazia. Se non li combattiamo, distruggeranno i legami che sorreggono la nostra società. L’amore, come si suol dire, è la risposta: può trasformare il mondo e trasformare la crudeltà del mondo reale, ma non può conquistare tutto, o almeno non può sconfiggere immediatamente tutte le minacce. In un contesto fatto di odio, l’amore è in pericolo. E questo è tragico, questa è la tragedia di West Side Story”.
Una lezione sempre attuale
Pur avendo lontane radici, West Side Story è un film che continua ad offrirci lezioni universali e che si basa su una premessa fondamentale che non può perdere significato nel corso del tempo: l’amore può sconfiggere il pregiudizio e l’intolleranza. E questo, oggi, è quanto mai necessario e urgente perché il razzismo, la xenofobia, l’eredità del colonialismo, gli effetti della povertà e tutti i mali che avevano dato vita alla creazione del musical, purtroppo, sono ancora molto (troppo) presenti nella nostra società.